L’infinita ampiezza della casa

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Gabriella Musetti è una poeta, una letterata e una saggista. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, e curato vari testi che riguardano la scrittura delle donne, conduce laboratori di scrittura alla Casa internazionale delle donne di Trieste, e con alcune ha recentemente fondato una casa editrice, Vita Activa (www.vitaactivaeditoria.it). Organizza gli incontri internazionali di poesia e scrittura “Residenze Estive” a Duino (Trieste) e fa parte della Società italiana delle letterate.

Una caratteristica di Gabriella che apprezzo molto, e che riconosco come pratica politica, è il suo prendersi cura della creatività delle altre donne, il suo sentirsene responsabile. E’ una scelta che ha caratterizzato il femminismo, la consapevolezza che dare valore alle altre significa aprire nuovi orizzonti di invenzione per tutte/i e dare valore a se stesse.

Leggo l’ultima raccolta di poesie di Gabriella Musetti La Manutenzione dei sentimenti  come un testo poesia di grande intensità e forza, e come un testo di pensiero che mi rimanda alla riflessione sul linguaggio di artiste, poete e pensatrici a cui faccio riferimento.

La poeta statunitense Adrienne Rich parlando alle studentesse del suo rapporto con la scrittura poetica dice: “si dovranno trovare punti di incontro, luoghi nei quali l’energia della creazione e l’energia dei rapporti potranno convivere, e noi ne scopriremo sempre di più”. Segreti, Silenzi e Bugie, La tartaruga, Milano 1982, p. 35).

Cito spesso queste parole, perché secondo me difficilmente se ne possono trovare di più adatte per esprimere l’originalità e la ricchezza del contributo delle donne alla storia della cultura: la capacità e disposizione a tenere in tensione l’energia della creazione e l’energia dei rapporti, farle convivere.

E questo è quello che io trovo in questo testo di poesia di Gabriella.

La parola manutenzione rimanda ai gesti del quotidiano, gesti semplici, dati per scontati, ma fondamentali perché “costruiscono la vita”, le permettono di continuare facendo circolare l’energia degli affetti. I gesti che costruiscono la vita sono i gesti che, nel suo diario, Carla Lonzi diceva di voler filmare per mostrarne la bellezza e il significato, la cultura della vita. Li chiama “Cultura femminile di sostentamento dell’umanità” (Taci, anzi parla. Diario di una femminista, 1978, pp. 763,767).

Penso anche ad un’artista americana, Mierle Laderman Ukeles, che alla fine degli anni ’60 ha scritto un manifesto sul proprio modo di fare arte, che chiama Arte della manutenzione. Questo modo di fare arte, lei dice, è “cercare di mettersi in ascolto del brusio della vita”.

Gabriella fa questo, si mette in ascolto della vita dal proprio punto di osservazione, dove “l’io si fa da parte, si ritrae. … lascia spazio a ciò che accade indipendentemente da noi, non si sovrappone. osserva i cambiamenti, prende parte – quando vale. Nell’attimo sospeso, a volte, la bellezza” (La manutenzione dei sentimenti, p.95).

Sono le parole con cui l’autrice chiude la sua raccolta poetica. Indicano la sua postura, il suo sguardo attento e partecipe, fiducioso che la bellezza può accadere.

Il testo di Gabriella ci dice che il ruolo della poesia è essere al servizio della vita. E’ così che recupera il senso dei “frammenti che noi siamo” e i “frantumi in senso peggiorativo”, le “particelle di esistenza minuterie di vita”, che racchiudono la felicità, l’amore e le sue metamorfosi nel tempo, la malattia che toglie il respiro al suo compagno, l’invecchiare, l’amicizia, la morte. La poesia le permette di stare nella vita tutta intera, “amore verointero”, e tutto diventa una ricerca di senso.

E’ come se il vivere esigesse da noi il massimo del nostro potenziale creativo. Penso al rapporto con la vecchiaia di mia madre, allo spostamento che ha generato in me quando sono riuscita a trasformarlo in un’occasione di riflessione su me stessa e sulla vita, nel non separare il rapporto con lei dal mio desiderio di esprimermi, cercando nel limite e negli ostacoli nuove strade per comunicare, nuove aperture per stare in contatto con la vita.

Il titolo della raccolta Manutenzione dei sentimenti rimanda inoltre all’uso che Gabriella fa della parola: una parole incarnata, aderente alle cose, ai corpi: si scoperchia lo spazio minuto/breve come un respiro / quel tuo respiro che va e che viene / …e lo spazio corto dove ruotiamo i corpi… è un luogo così esteso / che ti perdi alla mia vista / lontano nella nebbia

La parola manutenzione evoca i gesti delle mani nel lavoro dell’accudire, comunica il senso della ripetizione, della pazienza e anche del patire.

È una poesia asciutta che non si compiace mai, in cui l’autrice mette in gioco tutta se stessa, si espone, dispiegando la traiettoria della sua esistenza, la sua cartografia di luoghi e paesaggi dei sentimenti e delle passioni, che va dalla vitalità urgente e fisicità della giovinezza, con il suo buttarsi nella vita a capofitto: di tutte le città rimane Genova / dov’è cominciato il primo passo / la sete dei vent’anni l’ingordigia / che fa tremare i polsi, al presente della maturità, della riflessione sul trascorrere del tempo e sulla malattia, sul coraggio che richiedono i piccoli gesti: hai portato il pane sulla tavola – togli il bicchiere – come fossero azioni d’eroismo, sul cambiamento dei corpi e del modo di amare: …l’acqua scroscia sul lavabo bianco / non porta via i segni / del tempo   i pensieri incerti / amorematuro / maturato in sordina accanto / a noi due sempre presi dalla vita

C’è un continuo andirivieni tra sé e il mondo, tra la propria vicenda soggettiva e quella universalmente umana. “Non c’è storia individuale, c’è mondo” dice la poeta Ida Travi, nella sua recensione al testo (Manifesto, 27 maggio 2016).

Il suo lasciare spazio a ciò che accade indipendentemente da noi, cercando di tenere insieme e far convivere l’energia creativa dei rapporti con quella della creazione poetica, le permette di mettere a fuoco con uno sguardo nuovo tutta la sua vita, e di ricrearla, di accettarne le mutazioni e i limiti come apertura e possibilità di “ripensare il tempo che avanza”, un ripensare il tempo come lascito nei confronti delle nuove generazioni di donne.

Il movimento appassionato e il ritmo poetico, come di corsa, degli spostamenti da una città all’altra e dei viaggi della giovinezza, rallenta fino all’adagio del breve girovagare nel perimetro del giardino: …L’ultimo viaggio insieme da spensierati / per quanto si può essere – ragionevolmente – già ti affaticavi e il respiro / si faceva roco – ma passeggero / ora viaggiamo fino in giardino…

Sta alla poesia far diventare l’ampiezza della casa un infinito.

“Degli attimi fuggenti è fatto il sempre /non è un tempo diverso / se non per l’infinità / o l’ampiezza della casa”.

L’autrice pone questi versi folgoranti di Emily Dickinson all’inizio e alla fine della raccolta poetica. Creano un movimento circolare, quello della riflessione: lo stare presso di sé è apertura all’altro, al mondo.

 

Gabriella Musetti, La manutenzione dei sentimenti, Samuele editore, Pordenone 2015.

Adrienne Rich, Segreti, Silenzi e Bugie, La tartaruga, Milano 1982.

Carla Lonzi, Taci, anzi parla. Diario di una femminista, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1978.

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