Care Socie,
quello della elezione del direttivo è un passaggio importantissimo in cui ci ritroviamo non solo nell’elaborazione del pensiero sui nostri temi, su ciò che accade, su ciò che condividiamo ma è anche nell’atto di fiducia nel futuro della Società Italiana delle Letterate, che ha superato i marosi della pandemia, si è misurata con le regole stringenti dell’ineludibile RUNTS, ha disseminato saperi elaborati da una ricerca ormai quasi trentennale, è divenuta riferimento per giovani studiose e tirocinanti, in una dimensione forse più pop, attraverso la comunicazione che social e internet hanno reso possibile. La sfida è tenere insieme questa bella, lunga storia di pensiero e ricerca, cui non smettiamo di attingere con gratitudine – i nostri convegni, i seminari, le pubblicazioni librarie, gli ebook e soprattutto le socie che hanno inventato la SIL in un momento storico e del femminismo assai diverso da oggi – con i cambiamenti impressi dalle nostre stesse vicende femministe, dalla “densità” della comunicazione tecnologica, dall’avvicendarsi delle generazioni, dalle mutate condizioni culturali.
Se in passato le diverse dislocazioni geografiche delle componenti il direttivo poteva rendere più difficile il lavoro, oggi possiamo permetterci tre candidate che non vivono stabilmente in Italia e considerare questo un punto di forza. Nell’elenco delle candidate troverete socie storiche e recenti iscritte: una relazione fra donne contemporanee intorno ad un progetto che troverà nel consiglio direttivo che voteremo nuove visioni e nuovo slancio, senza dimenticare che la SIL è fatta dal pensiero e dalla cura di tutte.
Ecco le rispettive presentazioni.
LILIA BELLUCCI
Madrine: Monica Farnetti e Cristina Giudice
L’incontro con le socie della SIL è stato per me determinante e l’ho percepito come l’acquisizione di un
orizzonte di senso, che continua a nutrire scelte di vita e di studio. Mi candido per il direttivo con il
desiderio che questa vicinanza alla SIL si trasformi anche in un contributo attivo al suo interno. Impegnata in un dottorato su Anna Maria Ortese con un progetto italo-francese di cotutela accademica tra “Sapienza” e l’Università di Chambéry “Mont Blanc”, intendo proseguire nello studio delle scrittrici. Avendo casa in Abruzzo, in un Comune di recente finanziato con 20 milioni di PNRR e con un festival di libri estivo, potrei costituire un polo di osservazione sulle scrittrici abruzzesi e, in particolare, di valorizzazione delle opere di Laudomia Bonanni. Avendo lunga e ampia esperienza di insegnamento ed essendo anche consulente Treccani per i manuali scolastici, ho già partecipato con una relazione al Convegno Insegnare comunità a scuola e vorrei continuare in questo impegno, curando anche le relazioni tra la scuola secondaria superiore e l’Università. Per alcuni anni sono stata Funzione strumentale per i rapporti tra scuola e territorio, organizzando eventi di più giorni e con il coinvolgimento degli abitanti del quartiere: Quaranta ma non li dimostra, La settimana dell’adolescente, Gigi e l’ecologia, Le giornate della solidarietà, I professionisti incontrano la scuola. Mi interesserebbe contribuire all’ideazione e al coordinamento di eventi SIL a Roma.
Profilo
Ho conseguito tre Lauree (Filologia classica, Biblioteconomia, Editoria e scrittura) e mi sono specializzata con quattro Corsi post lauream (Tecnologie per l’insegnamento, Didattica generale e museale, Metodi della valutazione scolastica, Problemi delle letterature greca e latina), un Master biennale per Esperto di training nei processi formativi, numerosi altri corsi di approfondimento. Sono stata incaricata della catalogazione non collettiva del Fondo librario “Luigi Ceci” presso la Biblioteca di Filologia Greca e Latina dell’Università “Sapienza” e del Fondo Librario nell’Archivio storico ecclesiastico dei Padri Camilliani a Roma. Insegno dal 1991 e sono attualmente docente di ruolo presso un Liceo Internazionale integrato con il Cinese, accompagnando anche gli studenti in soggiorni di studio presso le Università di Pechino e Shanghai. Ho svolto per diversi anni la Funzione strumentale relativa ai rapporti tra scuola e territorio, ideando e organizzando alcune manifestazioni, curando le relazioni con associazioni ed Enti. Sono stata vincitrice del Premio “Imprenditori per il Giubileo del 2000”, collocandomi tra i primi trenta con un brevetto per una guida dei Musei, ricevendo un finanziamento dal Comune di Roma. Presidente dell’Associazione giovanile “Liberi di pensare, liberi di sognare”, ho prodotto Granelli di sabbia, video inchiesta sull’immigrazione con testi poetici e interviste, proiettato presso la Biblioteca del Quarticciolo, con il patrocinio dei Municipi VI-VII, del Comune e della Provincia. Ho collaborato con l’Associazione “L’altro volto delle donne”, a tutela delle vittime di violenza. Tra le mie pubblicazioni: l’opera interartistica Voci dell’anima; il romanzo Sulle rive del cuore; il prosimetro di poesia visiva e ideogrammi cinesi Fiori di primavera. Tra Oriente e Occidente; il testo teatrale La provocazione di Medea. Abitare il sogno; la silloge poetica Ero(t)ico portamento di gazza ladra; tre articoli su rivista AREL Chiusi in una stanza, Ai margini. Appunti sulle borgate romane, Le parole
del silenzio; la raccolta di articoli per gli studenti durante la pandemia Mai più a distanza. Per-corsi di vicinanza; l’articolo su “Rossocorpolingua” Anna Maria Ortese, corpo d’acqua; l’articolo in “Atlante Treccani magazine” Il controcanto del pozzo nell’Iguana di Anna Maria Ortese; l’articolo sulla rivista dell’ADI Per la filosofia. Filosofia e insegnamento Lessici pandemici e post-pandemici per riflettere oggi e domani; l’articolo per il sito della SIL Donne e bambini di guerra nella narrativa di Laudomia Bonanni; il saggio “E tu, chi sei?”. Spazi e corpi d’identità in Anna Maria Ortese scrittrice apocalittica, in corso di pubblicazione; la silloge poetica La partitura del silenzio. Variazioni su tema, in corso di pubblicazione; il libro Genere, in corso di pubblicazione.
ROSSELLA CALECA
Sono Rossella Caleca, Maria Rosa all’anagrafe, vivo in provincia di Palermo e lavoro da molti anni come sociologa in un Centro Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo; mi occupo prevalentemente di progetti per l’inclusione sociale di persone con disagio psichico e della promozione della salute mentale di comunità.
Vivendo in luoghi in cui persistono forme del pensare e dell’agire tipiche dell’ordine mafioso e patriarcale, ho sempre cercato, anche come atto di libertà e di sfida, di applicare nel mio lavoro e in ciò che scrivo quella prospettiva di genere che ripensa i saperi come situati e incarnati in corpi e contesti, e l’osservazione critica della realtà che è essa stessa politica e conduce all’azione. Che si traducano in interventi sociali o in scrittura, le storie, le esperienze, i racconti delle donne sono al centro dei miei interessi, in particolare ciò che attiene a marginalità, disagio e disabilità psichica delle donne; ho realizzato ricerche in questi ambiti, tra cui uno studio su forme di disturbi psichici correlate alle condizioni di vita delle donne, un saggio sul disagio psichico femminile, una ricerca su madri e figlie nella migrazione condotta raccogliendo storie di vita di donne migranti, una ricerca sulle geografie del disagio psichico centrata sulle trasformazioni avvenute all’interno dell’area dell’ex Ospedale Psichiatrico di Palermo e in luoghi di interazione collocati nel tessuto urbano. Un mio contributo è presente nel volume “Che c’entriamo noi. Racconti di donne, mafie, contaminazioni” a cura di Alessandra Dino e Gisella Modica, edito da Mimesis; mi sono occupata di figure di donne, scrittrici o artiste, che hanno vissuto forme di sofferenza psichica, studiando in particolare l’opera della poeta siciliana Maria Fuxa.
Ho conseguito una seconda laurea specialistica in Studi Storici, Antropologici e Geografici e, più recentemente, un Master in Studi e Politiche di genere presso l’Università di Roma Tre. Sono stata collaboratrice delle riviste Mezzocielo e Mezzocielo web, e faccio parte dell’associazione di Palermo “Archivia-Donne in relazione”.
Scrivo da molto tempo poesie, e da qualche anno racconti; alcuni di essi sono stati pubblicati sulle riviste Marea, Mastro Pulce, Mezzocielo, “Morel – voci dall’isola”, sul sito web IAPH Italia, e nei volumi collettanei Le personagge sono voci interiori e Prisma di frammenti, editi da Vita Activa, La speranza è una strana invenzione, per Vita Activa Nuova, Visioni di futuro edito da Il filo di Eloisa; ho pubblicato inoltre la silloge di poesie La stagione accanto, per Samuele Editore.
Come si può notare da quanto ho scritto, sono affascinata dalle figure di donne irregolari, eccentriche, “disturbanti”, dalla loro forza straordinaria. Lungo questo percorso, l’incontro con il pensiero critico e innovativo e l’incessante attività di valorizzazione di scrittrici “divergenti” espressi da autrici e curatrici che fanno parte della SIL è stato fondamentale. Infatti, nell’ambito del Master in Studi e Politiche di genere, che ho concluso con l’elaborato finale Le Perturbanti. Parole dal groviglio, sulle tracce di Alda Merini, Amelia Rosselli, Maria Fuxa, ho svolto il tirocinio curriculare presso la SIL, con un progetto centrato sulla mappatura di un corpus di scritti (articoli, saggi, atti congressuali) pubblicati a cura della SIL su libri, sulla rivista Letterate Magazine, sul sito SIL, che hanno attraversato il tema del “perturbante”. I risultati di questa ricerca, che ha avuto come punto di partenza il testo “La perturbante – Das Unheimliche nella scrittura delle donne”, curato da Eleonora Chiti, Monica Farnetti e Uta Treder, con l’obiettivo di porre in luce il lavoro critico svolto sugli scritti di autrici che hanno trattato il tema, evidenziando le figurazioni letterarie anche in riferimento al disagio psicologico e al “perturbante della follia”, saranno presentati alle socie nel corso di un webinar.
Sono socia SIL da diversi anni; sono stata coinvolta inizialmente da Gisella Modica nell’ambito di un progetto sulle Personagge, ho poi partecipato a diversi convegni SIL, a Passeggiate letterarie, incontri e seminari; negli anni ho potuto dare un mio piccolo contributo con interventi durante le Passeggiate letterarie svolte in Sicilia sulle tracce di Goliarda Sapienza e di Maria Messina, all’ultimo seminario Residenze Estive di Duino, nel corso di due workshop svoltisi online. Tante socie, anche assai più giovani di me, mi hanno insegnato molto e mi hanno contagiato entusiasmo e passione per il lavoro di valorizzazione del pensiero e della scrittura delle donne che in tante svolgono e che è parte sostanziale del progetto e delle attività della Società; il mio percorso nella SIL si è dipanato attraverso relazioni tra donne che tuttora mi sostengono e arricchiscono.
La mia esperienza si è ampliata ulteriormente dal marzo 2022, quando, avendo avanzato la mia candidatura, sostenuta dalle madrine Gisella Modica e Gabriella Musetti, guide preziose, sono stata eletta e sono entrata a far parte del Consiglio Direttivo SIL. Fin dall’inizio sono stata consapevole che il compito nel quale mi sarei impegnata non sarebbe stato facile, per la quantità e qualità di lavoro necessario a svolgerlo, e ho temuto di non esserne all’altezza; mi ha sostenuto, e ancora mi sostiene, la volontà di dare un apporto, sulla base delle mie competenze e interessi, soprattutto per la (ri)scoperta e valorizzazione di autrici che hanno vissuto sofferenza psichica e disabilità e per l’esplorazione e il coinvolgimento nelle attività SIL di donne che vivono e lavorano in contesti marginalizzati e operano per l’inclusione sociale delle persone svantaggiate, anche attraverso l’arte e la letteratura; e inoltre il desiderio di poter contribuire alla cura dei rapporti con le socie nei diversi contesti territoriali, anche nella prospettiva di una migliore conoscenza delle attività culturali a livello locale affini alle attività SIL, e di un ampliamento delle reti di relazioni. Ho potuto contare sull’incoraggiamento di fantastiche “compagne d’avventura” come Annalisa Comes, Gabriella Musetti, Donatella Saroli, Viviana Scarinci, Anna Toscano, e sulla guida affettuosa della presidente Elvira Federici; ho potuto a mia volta seguire come tutor un’altra tirocinante, iscritta quest’anno allo stesso Master; con l’aiuto di Donatella ho avviato una ricerca volta a conoscere meglio le socie, le loro attività, le loro motivazioni e le eventuali proposte e suggerimenti per iniziative e per questo ho predisposto una nuova e più completa scheda di iscrizione/rinnovo presente sul sito, che tutte le socie vecchie e nuove sono state invitate a compilare; i risultati della ricerca saranno restituiti nel corso della prossima assemblea SIL.
Ho vissuto ogni momento di questo periodo con entusiasmo, cercando di contribuire secondo le mie possibilità anche alla realizzazione di eventi, alla cura dei rapporti con le socie e all’incremento delle collaborazioni con altre associazioni; in questo senso, per me è stato importante sostenere gli incontri del gruppo di socie SIL siciliane, non solo per le finalità di reciproca conoscenza, scambio e partecipazione ad iniziative locali, ma per la condivisione di una prospettiva comune incarnata nei luoghi e nei contesti, che già sta generando interessanti sviluppi; si è avviato così un percorso che, sono convinta, sarebbe interessante realizzare anche in altri luoghi.
Avanzo nuovamente la mia candidatura al Consiglio Direttivo SIL, sperando di poter dare continuità alle attività avviate e riuscire a sviluppare ulteriormente e approfondire, con l’apporto delle competenze di altre socie interessate, i temi di cui mi sono occupata, anche mettendo a frutto la mia esperienza in altre associazioni e quella di questi anni, che tanto mi ha coinvolto intellettualmente ed emotivamente. Grazie a tutte!
GIULIA CAMINITO
Madrine: Paola Bono e Silvia Neonato
Sono nata nel 1988 a Roma, mi sono laureata in filosofia circa dieci anni fa e subito dopo ho iniziato a lavorare nel mondo dell’editoria. Ho collaborato con alcune case editrici per l’infanzia e poi mi sono specializzata in letteratura contemporanea. Ho così potuto lavorare presso la casa editrice Elliot alla collana Novecento italiano che mi ha permesso di scoprire moltissime scrittrici del secolo scorso che ancora mi erano sconosciute. È stato il cominciamento di una passione e di una dedizione da autodidatta nei confronti di molte donne che sono state tagliate fuori dai circuiti editoriali. Nel 2016 ho iniziato a scrivere e a pubblicare romanzi. Il primo è stato “La Grande A” libro dedicato alla vita di mia nonna e della mia bisnonna nelle ex colonie africane. Alla preparazione del libro ho lavorato con Roberta Mazzanti che in quegli anni mi ha introdotta alla SIL, dove ho conosciuto moltissime studiose e amiche. Qualche anno dopo è uscito il mio secondo romanzo “Un giorno verrà” e nello stesso periodo sono entrata nella redazione di Letterate Magazine, di cui faccio parte ancora oggi. LM mi ha insegnato moltissimo ed è una realtà affettuosa e dinamica a cui tengo particolarmente. Tramite il magazine e la SIL sono rimasta in contatto questi anni con la critica femminista e con la produzione letteraria delle donne, anche quando meno visibile in libreria. Nel 2021 è uscito il mio terzo romanzo “L’acqua del lago non è mai dolce”. Questa volta si è trattato di un romanzo contemporaneo molto incentrato sul rapporto madre-figlia. Il libro ha vinto il Premio Campiello 2021, arrivando in finale anche al Premio Strega. Ha cambiato molto la mia vita, ma mi ha anche costretta a ripensare alle cose importanti per me. Per questo mi sono rimessa sui miei studi e nel 2022 è uscita la raccolta di saggi “Amatissime” dove mi sono confrontata con la biografia e l’eredità di cinque grandi scrittrici: Morante, Ginzburg, Masino, De Stefani, Bonanni. Al momento lavoro come editor e mi sto impegnando sul mio nuovo romanzo.
ELIANDA CAZZORLA
Madrine: Laura Graziano e Monica Luongo
Mi chiamo Elianda Cazzorla, sono una donna di mare, che ama i porti, il sale sulle labbra e ripassare la lingua sul contorno, mentre nuota. La SIL di mare se ne intende, fosse solo per l’uso sapiente che fa della rete. La SIL lancia la rete, la tira su e tiene insieme donne di valore, di luoghi e tempi diversi: studiose, letterate, artiste, scrittrici che, con generosa passione, hanno dato o danno la loro opera per la trasformazione di una visione
ingessata del mondo. Nel mio primo convegno SIL a Bari – c’ero arrivata grazie ad un’amica, la socia Paola Zaccaria, – ho pensato d’essere in un luogo privilegiato in cui ricevere, scambiare idee e soprattutto generarne di nuove per assecondare quel che sentivo urgere in me.
Sono andata via dal Sud, ho raggiunto le montagne bellunesi per insegnare ed esplorare il bisogno di cambiamento e scoperta, vivo motore della mia odissea. Quel bisogno l’ho portato tra i banchi di scuola anche in città a Padova, ogni giorno in classe, per dare alle giovani e ai giovani una nuova possibilità di visione del mondo: dal punto di vista delle donne, oltre il canone letterario in uso.
Dopo quarantadue anni di insegnamento di lingua e letteratura italiana ho permesso a un mio sogno antico di venire alla luce: scrivere, scrivere, scrivere. Però ci sono momenti in cui sento l’isolamento nel mare di parole attorno. La soluzione? Un nuovo movimento, uno spostamento verso altre sponde; ora le altre sponde sono le donne che credono nel potere trasformativo della letteratura e delle arti tramite un’azione condivisa, per questo, mi metto a disposizione della SIL con il mio essere migrante, con il desiderio di continuare a crescere, di stringere nuove relazioni fondanti.
In quest’ultimo periodo il mio interesse punta sull’Intelligenza Artificiale, quale relazione può avere con la scrittura e come potrebbe controllare la diffusione di un pensiero unico o plurale.
Un mondo tutto da scoprire.
Itaca, 2 settembre 2023
FLORIANA COPPOLA
Quasi dieci anni fa, partecipai per due anni al Direttivo della Società Italiana delle letterate e mi ricordo con grande emozione e affanno l’organizzazione a Napoli della Passeggiata letteraria per Annamaria Ortese, i seminari di studio e di approfondimento sulla scrittura di Elena Ferrante, i film di grandi registe visti di pomeriggio a Roma, le lunghe discussioni a pranzo e a cena intorno a un tavolo. Insomma, un fermento fatto di parole e di persone che si muovevano intorno alla letteratura delle donne. Poi la vita mi ha portato altrove ma non ho mai smesso di dedicarmi alla scrittura e alla lettura e agli incontri di letteratura nella mia regione. Ho insegnato per quarantadue anni italiano storia e geografia nei licei statali e ho pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi, generalmente apprezzati, che hanno spesso come nucleo centrale il complesso e problematico percorso di formazione esistenziale delle donne in una società ancora patriarcale. Sono un’ accanita lettrice. Leggere è per me una fonte inesauribile di nutrimento e per questo recensisco settimanalmente libri di altre donne, specialmente su vari giornali on line, tra cui LetterateMagazine, ReadAction Magazine, Menabò on line e Mar dei Sargassi di cui sono redattrice. Faccio parte dall’anno scorso del Direttivo dell’OIVD, Osservatorio Interreligioso contro la violenza di genere, che si interessa di combattere le discriminazioni contro le donne, all’interno delle varie religioni, a partire dalla lettura dei testi sacri, promuovendo incontri di scambio culturale e di formazione. Credo fondamentale nella pratica femminista del partire da sé in ogni esperienza creativa e speculativa. L’esperienza di autocoscienza e di confronto circolare e mai verticistico è il paradigma relazionale che ho scelto. Le associazioni di donne e di artiste vanno sostenute nei fatti, cercando di superare due difetti : la rassegnazione compiacente alle logiche di potere e quel malato individualismo che abbiamo imparato dal sistema patriarcale e dagli uomini del nostro tempo. Combatto non il processo di autorealizzazione del proprio talento ma l’ambizione di emergere contro tutto e tutti, quell’atteggiamento glaciale di cortese indifferenza, che spesso ho incontrato anche tra le intellettuali. Ogni associazione di donne dovrebbe promuovere una sensibilità alternativa, che si ispira a valori concreti di ascolto e di attenzione autentica al percorso dell’altra, a prescindere da logiche opportunistiche assolutamente mortificanti. In questa ottica mi farebbe piacere lavorare nel Direttivo per organizzare insieme incontri finalizzati allo studio del femminismo in tutte le sue declinazioni e nei vari ambiti, per promuovere attraverso la letteratura, una reale educazione affettiva/emotiva che sia arma di prevenzione contro ogni forma di violenza, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, stimolando la giusta attenzione verso la conoscenza e la valorizzazione delle pagine eccellenti di scrittrici più o meno conosciute.
Napoli , agosto 2023
FRANCESCA MAFFIOLI
Sono nata a Lovere, in provincia di Bergamo e vivo tra Milano e Parigi. Nel 2017 ho conseguito un dottorato di ricerca in Studi di genere presso l’Università di Parigi VIII e in Storia della lingua e della letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi su Amelia Rosselli diretta da Nadia Setti. Nel 2018 ho ottenuto la qualifica di Maître de conférences in Langue et littérature italienne, rinnovata nel 2023. Sono membro del LEGS (Laboratoire d’Études de genre et de sexualité – CNRS, Paris 8, Paris-Nanterre) e i miei interessi di ricerca includono le poetiche e la scrittura delle donne tra il XX e il XXI secolo, le teorie della traduzione letteraria, nonché gli ecofemminismi. Dal 2016 scrivo per “il manifesto” e pubblico sulle riviste “Leggendaria”, “Limina” e la rivista ecofemminista “Erbacce”.
Insieme a Nadia Setti, secondo condivisione e studi coltivati insieme, ho curato il workshop “Femminismi, zoopoetiche, scritture” in seno al convegno SIL di Viterbo Ecopoetiche/ecopolitiche. Poesia come cura del mondo (2022). Questi temi corrispondono ai miei interessi e alle mie ricerche più recenti.
Ho fatto parte del direttivo della SIL nel biennio 2018-2019 e sono socia da quando ho iniziato il mio dottorato di ricerca nel 2011. Penso dunque di apportare la mia esperienza, in termini di pratiche acquisite ma anche in quanto soggetto in movimento – essendo continuamente in transito tra l’Italia e la Francia. Vorrei continuare a promuovere, come la SIL ha fatto fin dai suoi esordi, la scrittura delle donne e dei soggetti subalterni.
Penso poi di portare alla SIL la mia capacità analisi e di organizzazione, che cerco di alimentare grazie al mio desiderio – forte – di imparare a pensare dalle altre e insieme alle altre.
Milano, 29 agosto 2023
IVANA MARGARESE
Madrine: Anna Maria Crispino e Gisella Modica
Sono fondatrice e direttrice editoriale della rivista “Morel, voci dall’isola”, nata con una redazione tutta al femminile per dare voce a ciò che, seppure importante e vivo, ci sembrava restare ai margini.
Con la stessa passione per i margini, curo una rubrica per la rivista “Leggendaria” dedicata alle voci dall’isola e da fine settembre la rubrica “Voci di donna”, all’interno di Radio 100 passi, radio che celebra la memoria di Peppino Impastato.
Insegno filosofia e scienze umane al Liceo Ugo Mursia di Capaci anche se quest’anno mi dedicherò a un progetto sulla legalità nelle scuole per conto dell’Ufficio scolastico regionale.
Ha conseguito un dottorato e un postdoc in Studi culturali e sono stata docente a contratto di Teoria della letteratura all’Università degli Studi di Palermo.
Ho pubblicato racconti in alcune antologie e curato Ti racconto una cosa di me (Edizioni di passaggio 2012), e i libri collettanei “I miti allo specchio” ( Mimesis 2022) e “Tra amiche” (Les Flaneurs, 2023), dedicati rispettivamente alle riscritture femminili dei miti e all’amicizia tra donne.
Sto curando un nuovo progetto editoriale dedicato a temi di etica e ambiente nella poetica di Anna Maria Ortese.
Anche quest’ultimo volume, come i precedenti, intende raccogliere voci diverse di donne.
Le parole chiave del mio lavoro sono incontro e etica. Incontro perché scrivo nel tentativo di sostituire a una posizione autoriale ( definita) una posizione in movimento, capace di fare rete e di alimentarsi attraverso una fluidità che non ha urgenza di trarre conclusioni definitive ma intende valorizzare nell’ agire le risorse della domanda e del dialogo.
Etica perché mi interessa soprattutto la relazione e all’interno delle relazioni pratiche di attenzione e lentezza non di ipertrofica sopraffazione e fretta.
Una pratica che con impegno cerco di svolgere anche a scuola promuovendo da insegnante la fiducia reciproca e lo scambio sincero con gli studenti al fine di creare insieme a loro strumenti che “ci” permettano di essere responsabili, autonomi, disponibili a essere interpellati.
Questo stesso orientamento cerco e cercherò di praticarlo all’interno della SIL : non posso vantare una lunga esperienza all’interno della Società delle Letterate ma posso provare a ascoltare e fare del mio meglio insieme alle altre.
Sono in ogni caso onorata di essere stata accolta e di poter fare parte di questo gruppo per gli stimoli continui che ne ricevo.
ROBERTA ORTOLANO
Madrine: Clotilde Barbarulli, Laura Marzi
Care socie,
mi chiamo Roberta Ortolano, sono socia della Sil dal novembre 2020, mi sono iscritta dopo aver partecipato alla residenza estiva per insegnanti organizzata a Duino nel giugno del 2019. Un’esperienza residenziale immersiva per me molto intensa e generativa a cui ero approdata percorrendo le strade dei luoghi femministi romani: la libreria Tuba, la Casa internazionale delle donne, il laboratorio Sguardi sulle differenze de La Sapienza, e molti altri, compresi i teatri, le piazze e i luoghi delle manifestazioni, anche fuori dai confini della città in cui vivo. Negli anni questi spazi sono stati occasione di incontro, scambio, formazione e amicizia – in presenza e on line – e hanno alimentato quella curiosità e vitalità che ho sempre pensato essere imprescindibile per il mestiere dell’insegnante e più in generale per una vita fatta di connessioni e legami significativi, tra donne innanzitutto, e tra soggettività queer.
Sono arrivata alla cattedra di letteratura italiana e latina al liceo dopo un lunghissimo percorso di studi classici, ma anche di attivismo culturale e politico praticato al di là della scuola e delle istituzioni, nell’associazionismo, nella progettualità di gruppo, e mai spento. Ho sempre pensato che questa strada decentrata e creativa fosse la sorgente di un entusiasmo che mi porta a non dare mai per definito il mio ruolo, a non imbrigliare mai in formalismi troppo serrati la pratica pedagogica e relazionale, a considerare il mio cammino di formazione e liberazione una ricerca costante.
Sono laureata in letteratura greca con una tesi sulla lettura vocale, e allo studio ho sempre affiancato la pratica teatrale, la ricerca sulla formazione del pubblico e il teatro per le nuove generazioni. Ho collaborato con l’Ente Teatrale Italiano, sono stata nel direttivo di Agita, per il teatro, nella scuola, nel sociale, sono stata socia fondatrice dell’associazione Casa dello spettatore, ho collaborato in Italia e all’estero con festival, compagnie e stabili, tra cui il Teatro di Roma e il Romaeuropa Festival, il Teatro delle apparizioni e il Css di Udine, con università e scuole di diverso ordine e grado a partire dalla prima infanzia, in progetti di mediazione teatrale, drammaturgia, ricezione del teatro classico, pratiche teatrali in contesti educativi, teatro e nuove tecnologie. Mi sono specializzata al sostegno didattico con una ricerca sul teatro come strumento d’inclusione. Ho collaborato a diverse pubblicazioni su questi stessi temi. Ho scritto di femminismi, arte e didattica su diverse riviste on line e cartacee, come Cooperazione educativa, Letterate Magazine, Erbacce, Leggendaria. Ho coordinato per alcuni anni un gruppo di lettura chiamato Una stanza per leggere e curo un blog che si intitola Come in uno specchio blog che raccoglie testi e esperienze didattiche. La scrittura è nelle sue molteplici forme parte integrante del mio cammino.
Di recente con l’associazione Le altre ho partecipato alla realizzazione di video documentari sulle scrittrici del Novecento fuori programma, in particolare con una lezione su Clara Sereni, e guidato una classe allo studio e alla ricezione dell’opera di Anna Banti. A scuola e fuori di essa sono attivamente impegnata nella progettazione di percorsi didattici che decostruiscano il canone letterario e più in generale le molteplici rappresentazioni patriarcali ed eteronormate, per avvicinare ragazze, ragazzi e ragazz* alle opere delle scrittrici, ai contenuti delle ricerche femministe, all’analisi critica di sessismo, razzismo, classismo, abilismo, e tutte le altre forme di oppressione che permeano il mondo che viviamo sotto forme mutanti e insidiose, attraverso uno sguardo che sia il più possibile intersezionale e decoloniale.
Ho seguito negli ultimi anni con grande entusiasmo gli incontri del gruppo di insegnanti Cara prof coordinato da Silvia Neonato, e ho partecipato attivamente al convegno del 6 marzo 2023 Insegnare comunità presentando un progetto podcast interscolastico dedicato a Patrizia Cavalli.
Negli ultimi anni la frequentazione di scuole politiche, campi e spazi dedicati, ha trasformato il mio essere lesbica da orientamento sessuale a collocamento politico, in un percorso che ha coinvolto anche il mio essere insegnante. Mi trovo attualmente al centro della messa a fuoco di un punto di vista specifico – sommerso e imprevisto – che investe memoria, lavoro, affetti, scrittura, lettura e attivismo.
Ed è proprio sulla scia di questa ricerca personale e politica che ho deciso di candidarmi al direttivo della Società italiana delle letterate, uno spazio che soprattutto in questi anni pandemici ha rappresentato per me una sponda, un luogo di costruzione, di formazione e di speranza, a cui mi sono sentita vicina e affine. Mi sento mossa dal desiderio di dare un contributo soggettivo e concreto a questo mondo, che metta da una parte la mia esperienza a servizio della ricerca dell’associazione, e dall’altra me stessa in gioco, nella possibilità di stare in una progettualità condivisa con le altre, e fondata su ciò che più amo: femminismi e letteratura, spazio dell’immaginario e rivoluzione.
Mi accompagnano in questo lancio spaziale nella galassia delle letterate due madrine stimatissime, letterate quasar, a cui non potrei essere più grata: Laura Marzi e Clotilde Barbarulli.
SAMANTA PICCIAIOLA
Madrine: Adriana Chemello e Paola Meneganti
Care tutte,
Mi presento consapevole di come il mio status di nuova socia presupponga che molte di voi mi conoscano troppo poco per soppesare la mia candidatura al direttivo della Società italiana delle letterate. Tenterò nondimeno di offrire qualche traccia di me in direzione di una maggiore leggibilità del mio profilo. Vogliate perdonare la dominante dell’io inevitabile in questo abbozzo d’autobiografia che cercherò di sorvegliare e di tenere a bada nell’economia e nell’ecologia dell’ascolto di cui vi sono grata. Mi chiamo Samanta Picciaiola e sono arrivata alla Società italiana delle letterate per una serie di fortunati eventi che mi hanno permesso di incrociare i percorsi dI appassionate studiose della letteratura delle donne, nonché fini conoscitrici e vitali protagoniste degli spazi reali e simbolici dei femminismi italiani (e oltre), quali Elvira Federici, Loredana Magazzeni, Silvia Neonato, Roberta Ortolano e Annamaria Crispino. In prima battuta potrei dire, dunque, che mi sono iscritta alla Società italiana delle letterate perché ho riconosciuto in essa un luogo simbolico e reale, diffuso e organico ad un tempo, dove poter dare cittadinanza al desiderio di scambio, collaborazione e ricerca che da tempo anima la mia postura femminista. Desiderio che ho ritrovato anche in quelle di voi che ho avuto la fortuna di incontrare. Senz’altro l’aver avuto i primi contatti con la Società italiana delle letterate subito dopo la pandemia da Covid 19, ha reso questa percezione di prossimità un elemento saliente poiché mi ha fatta sentire più vicina alle altre e connessa, seppure lontana fisicamente. Arrivare alla Società italiana delle letterate, in un certo senso, è stato per me anche un vero eproprio approdo. D’altra parte, altrettanto centrale nella scelta di far parte dell’associazione, è stato il partire da sé. Passione per la letteratura e trasformazione femminista della realtà sono le due coordinate entro cui ho cercato di declinare le mie esperienze pregresse. La scuola, in particolare la professione di docente nei gradi inferiori, è la dimensione attraverso la quale ho tentato di coniugare entrambe. Faccio parte del gruppo di lavoro Cara Prof guidato da Silvia Neonato e che cura la rubrica omonima nella rivista Leggendaria al quale mi ha unito sin da subito la convinzione che solo passando dall’insegnamento è possibile agire la trasformazione e fondare nuovi saperi, de-costruendo la cultura patriarcale ed eteronormativa e liberando il pluralismo delle voci e la ricchezza dell’equità. L’educazione alle differenze come approccio trasversale e precoce è un mio terreno di ricerca e azione: sono formatrice e facilitatrice sulle tematiche dell’educazione sessuoaffettiva nei gradi inferiori di scuola, ho condotto workshop e laboratori sui temi del consenso, dell’equità di genere, della prevenzione di ogni forma di discriminazione legata al genere, ai generi e agli orientamenti. Ho partecipato a diverse edizioni di Educare alle differenze, ho condotto corsi di formazione per docenti in diverse scuole, con più associazioni tra cui il Cassero e Famiglie Arcobaleno. Sono stata chair in diverse occasioni sulle tematiche legate all’educazione alle differenze e alla letteratura per infanzia; tra le altre ricordo un mio intervento presso l’Università di Cambridge al convegno Can education stop the Abuse? organizzato da Gen Pol Gender and Policies Insights Think Tank (UK) e, più di recente, per l’Università di Torino nella giornata di studi LGBTQ+ nella scuola e nell’università: esperienze di insegnamento a confronto dove ho portato una riflessione specifica sulla scuola primaria. Ho partecipato alla giornata di studio “Insegnare comunità” organizzata dalla Società italiana delle letterate lo scorso 6 marzo all’interno di Feminism 6 facilitando e sostenendo la collaborazione alla stessa da parte dell’associazione Orlando di Bologna che rappresentavo come presidente. In questa occasione ho avuto la possibilità di condividere la mia esperienza di docente presentando un laboratorio sulla poesia di Patrizia Cavalli nella mia classe terza di scuola primaria a Cento (Fe). Il contatto con le colleghe insegnanti e femministe della Società italiana delle letterate e del gruppo Cara Prof e l’entusiasmo che ha accompagnato la costruzione di questa importante giornata di formazione, hanno rafforzato la mia convinzione sulla necessità e sull’importanza di un pensare e un agire femminista nella e per la scuola pubblica. Ho maturato un’esperienza decennale nella progettazione per la realizzazione di festival, iniziative, convegni e seminari con e per differenti associazioni ed enti pubblici a livello locale e nazionale: da Codici differenti, un seminario di due giornate in collaborazione con il CSGE dell’Università di Bologna dedicato alla didattica digitale in una prospettiva di genere, realizzato all’indomani della pandemia (2019) per l’associazione Orlando, alla prima edizione di Uscire dal guscio (2017) primo festival della letteratura per un’educazione alle differenze nei territori dell’Unione Reno-Galliera destinato alle scuole di ogni ordine e grado nella profonda provincia emiliana; da SeminAria contaminazioni femministe, un percorso di PCTO per i licei a partire dal patrimonio della Biblioteca Italiana delle donne di Bologna a cura del gruppo scuola e formazione dell’associazione Orlando a E.lette progetto finanziato per tre edizioni consecutive dalla Regione Emilia Romagna come azione di prevenzione alla violenza di genere e di diffusione di una cultura eco-femminista nei diversi territori. Ho contribuito all’interno della prima edizione di Flush alla realizzazione di Vite Poetiche, una serie di podcast dedicati alle voci di poete moderne e contemporanee. Ho fatto parte del comitato scientifico che ha organizzato la giornata di studi in memoria di Adrienne Rich a Bologna Poesia, solidarietà e impegno. Ricordando Adrienne Rich a dieci anni dalla scomparsa promosso dal Dipartimento di Lingue, Letterature e culture moderne Unibo, Master Gemma (studi di genere e delle donne)e Associazione Orlando. Ho scritto per la rivista Letterate Magazine. Sono stata Presidente nel triennio 2020-2023 dell’associazione Orlando di Bologna che gestisce il Centro delle donne al cui interno è compresa la Biblioteca Italiana delle donne; in seno a questa stessa associazione ho fondato e coordinato il Gruppo scuola e formazione che ha inaugurato un nuovo spazio di ricerca nell’ambito delle tematiche educative e della pedagogia di genere e dei generi strettamente connesso alla lettura e alla letteratura. Sono co-curatrice della collana La biblioteca di Sofia per l’editore Tab per la valorizzazione del fondo omonimo della Biblioteca Italiana delle donne dedicato esclusivamente a bambine e ragazze e che raccoglie una collezione di volumi che spazia dalle enciclopedie per fanciulle del secolo scorso alle opere di importanti letterate. Per la stessa collana sono co-curatrice del volume e autrice della postfazione di Dante parla a bambine di prima e seconda elementare, pubblicato nel 2022 con un’introduzione di M.S. Sapegno. Sono tra le fondatrici dell’associazione femminista Falling Book che è nata dalla conduzione di un gruppo di lettura itinerante e separatista nei territori della provincia bolognese. Ospiti dell’associazione sono state scrittrici quali Alessandra Sarchi, Carmen Pellegrino, Beatrice Monroy e Francesca Bonafini e intellettuali quali Graziella Priulla, Arianna Farinelli ma anche storiche della scienza come Sara Sesti e pedagogiste come Irene Biemmi e Antonio Pellai. Questa esperienza mi ha permesso di creare profonde connessioni con le comunità di questo territorio e ha rappresentato un apprendistato importante per affrontare ruoli di responsabilità anche politica in ambiti più ampi e in contesti di respiro differente. Abitando il margine, come direbbe bell hooks, ho potuto maturare un grande rispetto per tutte quelle pratiche improntate alla circolarità e alla trasversalità. Ho cercato di porre sempre l’ascolto e la comprensione profonda dei contesti alla base della mia
partecipazione e del mio impegno e così mi piacerebbe fare anche all’interno della Sil qualora vorrete scegliermi come parte del direttivo. Dopo aver conseguito una laurea in filosofia con indirizzo estetico all’Università di Bologna sulla critica letteraria nei suoi approcci sociologici, ho proseguito la mia ricerca con un dottorato presso l’Università La Sorbonne- Paris IV sulle metodologie della ricerca letteraria in co-tutela con l’Università di Firenze. Attualmente sono impegnata in un master di secondo livello in Orientamento narrativo a cura del prof. Federico Batini dell’Università di Perugia per approfondire il valore orientativo della lettura ad alta voce condivisa nelle didattiche e nei servizi alla persona. Dal 2005 sono maestra. Alla base della mia candidatura al direttivo della Società italiana delle letterate sta la curiosità e il desiderio. Sarei grata di potermi mettere in gioco in un contesto per me nuovo, liberando energie e competenze che penso potrebbero essere utili in un discorso comune, in un orizzonte condiviso di intenti che abbia come ideale punto di arrivo l’approfondimento e la ricerca in ambito letterario di quell’oltrecanone che lo spazio simbolico della scrittura delle donne ha disegnato. Ugualmente, lo stare con i piedi nel nostro tempo, mi fa pensare che sia altrettanto importante rafforzare il potenziale della letteratura e della scrittura femminista e queer in termini di trasformazione della società: questo richiede un rinnovamento profondo delle didattiche e delle pedagogie come strumenti di innovazione sociale in direzione di una maggiore equità, di una profonda liberazione della persona umana ma anche di un più educato senso della cura e della convivenza tra “generi, generazioni e genti”. L’alleanza tra scuola e ricerca è un punto strategico per realizzare tutto questo.
A tutte un grazie sentito per l’ascolto e per essere arrivate fino in fondo a questa lettera.
Un abbraccio collettivo
AMANDA ROSSO
Madrine: Maristella Lippolis, Loredana Magazzeni
Sono nata nel 1989 in un piccolo paese dell’entroterra ligure, dove ha avuto luogo il mio primo approccio con la scrittura delle donne, grazie al teatro dialettale a cui ho partecipato come attrice durante la prima adolescenza. Al dialetto, la lingua degli affetti, si sono presto aggiunti gli stilemi della narrativa televisiva e filmica, che hanno nutrito il mio interesse per le narrazioni pop e multimediali.
Dopo la laurea in Comunicazione, Innovazione e Multimedialità all’Università di Pavia – periodo per me estremamente formativo, di grande fermento politico femminista – mi sono trasferita a Londra, dove ho proseguito le mie letture da autodidatta e incontrato il femminismo Nero e la letteratura postcoloniale di bell hooks, Gloria Anzaldúa e Audre Lorde. Inoltre, centrali per la mia formazione sono le pratiche politiche e la produzione artistica delle donne marginalizzate, migranti, LGBTQIA+ e delle persone con disabilità.
Grazie a un racconto pubblicato qualche anno fa su Letterate Magazine mi sono avvicinata alla rivista e nel 2021 sono entrata nella redazione, un gruppo di donne colte, preparate ed entusiaste che arricchiscono quotidianamente sia la mia prospettiva politica che la mia relazione con la scrittura.
Grazie a LM mi sono avvicinata al lavoro della SIL, ai seminari e ai convegni, e proprio in virtù del suo approccio interdisciplinare e intergenerazionale ho deciso di candidarmi per proseguire il dialogo in corso con femministe, scrittrici, insegnanti, attiviste provenienti da diversi percorsi politici.
A ottobre inizierò un Master in Modern Languages and Comparative Literatures con un focus sulla scrittura femminile decoloniale alla Birkbeck University of London, percorso iniziato con le mie letture sparse e proseguito con Donne d’America. Diciotto scrittrici raccontano gli Stati Uniti del secolo scorso, una raccolta edita da Bompiani che ho progettato e tradotto assieme a Giulia Caminito e Paola Moretti. L’entusiasmo per il lavoro di riscoperta che costituisce l’archeologia letteraria delle donne ci ha permesso di portare in Italia opere di scrittrici poco conosciute sia in patria che all’estero, ed è un progetto che vorrei poter proseguire insieme alla SIL, che già da tempo si spende in questa direzione. Trovo, inoltre, che il mio interesse per il multimediale e i social media possa contribuire a facilitare la comunicazione della SIL sulle nuove piattaforme, e contribuire a progetti eccellenti già in atto, come ad esempio il podcast NINA, una fonte inesauribile di contenuti e possibilità.
NADIA SETTI
Sono nella SIL fin dalla sua creazione, negli anni novanta e da allora non ho cessato di partecipare a tutte le iniziative e agli eventi, seminari, convegni, articoli e interventi vari nella rivista Leggendaria, di appoggiare i progetti che sono stati concepiti e realizzati collettivamente.
Pur avendo svolto la mia carriera universitaria in Francia, nell’ambito del centro di studi femminili e del laboratorio di studi di genere e sessualità (LEGS) dell’Università Paris 8, la SIL ha rappresentato e rappresenta per me un luogo essenziale di scambi di pensieri e pratiche politiche e poetiche. Una prova di quanto il femminismo ha smosso e dislocato nello spazio nella cultura, dei linguaggi poetici, critici e teorici. Il collegamento fruttuoso e reciprocamente fecondo delle pratiche politiche e letterarie in senso esteso ha trovato nella Società Italiana delle Letterate quel luogo di apprendimento e saperi situati in cui la pluralità delle voci, lo scambio, il valore delle relazioni ha saputo coniugare la necessità dell’azione nel politico attraverso l’approccio critico letterario e artistico.
In quanto studentessa e ricercatrice mi sono da sempre interessata alla teoria letteraria e alle scritture femminili in varie lingue. Ho consacrato numerosi saggi sulle questioni delle letture scritture e delle variabili corporee e soggettive. Nella SIL ho sempre trovato spazio per confrontare e dialogare sui temi e le scrittrici/scritture che mi appassionano. Tra i numerosi convegni in cui queste questioni sono state al centro dei lavori dei gruppi di lavoro e delle conferenze ne segnalo soltanto alcuni, nel 1998 a Orvieto (Corpi e immagini. Scritture comparate al femminile), più tardi a Genova, insieme a Bia Sarasini e Silvia Neonato, il convegno che ha inaugurato il termine “personagge” idea lanciata da Maria Vittoria Tessitore al direttivo di cui allora facevo parte e che vi ha lavorato per vari anni (vedi pubblicazione L’invenzione delle personagge, 2016).
È mia ferma convinzione che il contributo della SIL al pensiero letterario, agli archivi delle letture scritture poetiche politiche è considerevole e vada valorizzato, come già da vari anni si è cominciato a fare con la digitalizzazione di alcuni volumi, che contribuirà, speriamo, alla loro diffusione, al di là della lettura e consultazione cartacea.
Mi riconosco in buona parte nella società delle letterate come incarnazione di quella society of outsiders preconizzata de Virginia Woolf, che si fonda sulla differenza di obiettivi di orizzonti e funzionamento rispetto a una produzione di saperi accademici e scientifici. Per questo l’attività e il pensiero politico, diverso, molteplice, di tant*, l’attenzione alle diversità, alla sottigliezza e agli splendori del linguaggio, a cui prepara l’amore per il testo, per la poesia, per tutte le pratiche artistiche che intaccano le strutture di potere e di dominio, mi sembrano dei fini irrinunciabili della SIL a cui desidero apportare il mio impegno, le mie capacità critiche, il frutto di esperienze di lavoro collettivo e pedagogico.
La SIL è stata per me un riferimento importante nel lavoro che ho svolto sia nel mio insegnamento in seno al Centre d’études féminines et de genre dell’Université Paris 8, sia nelle altre associazioni e gruppi di ricerca a cui ho contribuito, in particolare Résonances (soprattutto negli anni 90 e 2000) et Gradiva (2009-2020). Naturalmente potrei aggiungere che nel periodo di formazione e nel percorso universitario l’esperienza decisiva del seminario di Hélène Cixous (anni 80 -2000) ha orientato il mio rapporto alla letteratura e al pensiero critico, riguardanti le scritture e pensieri delle differenze, e la scelta preferenziale verso alcune opere di scrittrici del Novecento quali Virginia Woolf, Marguerite Duras, Marina Tsvetaeva, Clarice Lispector, Elsa Morante, Hélène Cixous. Gli incontri SIL, a livello personale e collettivo hanno sempre contribuito a estendere il panorama letterario e culturale, e spero ugualmente che questa mia esperienza possa ispirare tutt*coloro che intendono far parte della SIL. Nel lavoro di workshop per l’ultimo convegno SIL a Viterbo sulle Ecopoetiche e gli ecofemminismi sono confluiti progetti e interessi di questi ultimi anni, che in particolare ho condiviso con Francesca Maffioli, in Francia.
Ora, in che modo questi amori profondi, queste esperienze e questi incontri possono servire la SIL nei prossimi anni e contribuire alla sua già notevole vitalità ?
In tutti questi anni ho sempre provato una sincera e profonda gratitudine e ammirazione per le donne, diversamente impegnate e esperte, che si sono messe a disposizione della SIL, per farla esistere e crescere. Il livello delle proposte e dei progetti è molto alto, e non posso fare altro che situarmi nella continuità di questi sforzi e obiettivi.
In primo luogo l’importanza della molteplicità delle voci e capacità del collettivo, che non diminuisce né cancella l’impegno e l’apporto individuale e soggettivo. L’apertura e l’ascolto per fare emergere e sviluppare per ognun* la bellezza e forza della voce e delle idee che sono condivise.
La trasmissione non come fissazione compiacente del “già fatto” ma come condivisione (partage) che arricchisce senza dubbio quello che tant* hanno cercato e trovato, attraverso innumerevoli forme (libri, riviste, video). E chiaramento emerso attraverso i numerosi cicli di formazione che la SIL ha elaborato, gestito e realizzato che esiste un profondo interesse e una vera necessità e ricettività per queste attività.
I collegamenti tra aree e lingue letterarie di diversi periodi e orizzonti, tra modi di creazione molteplici, l’attenzione alle scritture emergenti, siano esse scritture letterarie, spaziali, musicali, teatrali, vengano esse dal passato, o dal presente-futuro, o dall’altrove inedito, mi sembrano prospettive esaltanti, per le quali mi presento candidata, disponibile a condividere responsabilità con altr* così come piacere e lavoro comune.
Chamarande, 26 agosto 2023
PASSAPAROLA: