CONVEGNO SIL 2024
CAMBIARE LA PROSA DEL MONDO
SABATO 3 FEBBRAIO 2024
PROGRAMMA
Casa Internazionale delle Donne – via della Lungara, 19 Roma
9.00 – Registrazione
9.30 – Saluto e discorso introduttivo della Presidente ELVIRA FEDERICI
LINGUAGGI FLUIDI, CHE DICONO UNA REALTÀ TRASFORMATIVA, LIMINALE, INCERTA, METAMORFICA, NON CARATTERIZZATA DA RIGIDO DUALISMO CONCETTUALE. LE PAROLE CORPI E I CORPI PAROLA IN DUE ARTISTI
ABSTRACT RELATORE10.00 - Lo schwa e il potere magico della parola. GIORGIOMARIA CORNELIO
Vi è un fraintendimento attorno ai dibattiti che riguardano lo schwa. Sia che questo “inciampo” inneschi una necessaria riflessione sulla mobilità di ogni linguaggio del potere, oppure, per opposizione, una frettolosa controriforma, il discorso sembra sempre concentrarsi su un uso della lingua che è arreso alla sua funzione rappresentativa, coincidente con l’attualità delle proprie faccende quotidiane, esaurendo, così, la riserva di possibili che appartiene alle parole. Ma se c’è un carattere autenticamente ermafroditico del linguaggio, esso non riguarda tanto la sostanza dei suoi pronomi, ma la sua forza plastica: la possibilità, cioè, di agitare i nessi consolidati e di riformare continuamente l’accordo nuziale tra parola e parola. La poesia, molteplicità triturata, testimonia questo uso inaugurale della lingua, scuotendo l’usurata percezione del mondo, ponendo in stretto contatto ciò che normalmente non dovrebbe esserlo. Se lo schwa è al momento un appunto cosmetico, che intende il linguaggio come uno strumento di aggiustamento sociale, la poesia mette in esercizio la realtà attraverso le figure che di volta in volta manifesta o riattiva.
Giorgiomaria Cornelio è nato a Macerata nel 1997. È poeta, regista, curatore del progetto “Edizioni volatili” e redattore di “Nazione indiana”. Ha co-diretto insieme a Lucamatteo Rossi la “Trilogia dei viandanti” (2016-2020), presentata in numerosi festival cinematografici e spazi espositivi. Suoi interventi sono apparsi su «L’indiscreto», «Doppiozero», «Antinomie», «Il Tascabile Treccani» e altri. Ha pubblicato La consegna delle braci (Luca Sossella editore, Premio Fondazione Primoli, Premio Bologna in Lettere) e La specie storta (Tlon edizioni, Premio Montano, Premio Gozzano Under 30). Ha preso parte al progetto “Civitonia” (NERO Editions). La traduzione di Moira Egan di alcune sue poesie scelte ha vinto la RaizissDe Palchi Fellowship della Academy of American Poets. È il direttore artistico della festa “I fumi della fornace”. È laureato al Trinity College di Dublino, che gli ha conferito la medaglia d’oro agli studi.
ABSTRACT RELATRICE10.30 - Io sono una mutante, / abbraccio il mutamento. SILVIA RIGHI
Quante forme può prendere il desiderio? Non esiste una risposta univoca, o almeno non nella scrittura che diventa alveo di una ricerca senza fine, proprio come la tensione che sceglie di incarnare. Desiderio significa: io sono dove tu non sei. Ma forse bisognerebbe interrogarsi su cosa accade quando le maschere dell’io e del tu mostrano le loro crepe, culturali e sociali, e subentra invece l’urgenza di trasformarsi, diventando non solo l’altro – oggetto desiderante o desiderato – ma altro da sé. Ed è allora che la pulsione si evolve in possibilità, i pronomi e le architetture crollano e la visione contamina la realtà, e tutto-quello-che-potrebbe-essere si sostanzia nella chiave di un altro luogo: un mondo a metà tra mondi.
Silvia Righi (Correggio, 1995) vive a Milano. Sue poesie e interventi critici sono apparsi nei blog “Formavera”, “Le parole e le cose”, “La Balena Bianca” e “Nuovi Argomenti”, e sulla rivista «K» a cura di Nadia Terranova. I suoi racconti sono stati pubblicati nelle antologie Con carta e inchiostro (Giulio Perrone editore, 2022), con prefazione di Nadia Terranova, e La pelle di Milano (Mondadori, 2023) e sulle riviste «Tina» e «Retabloid». Nel 2020 ha pubblicato per la casa editrice NEM la sua opera prima, Demi-monde (Premio Pordenonelegge «Poeti di vent’anni», Premio speciale del presidente di giuria – Bologna in Lettere, finalista al Premio Mauro Maconi), con la prefazione di Tommaso Di Dio.
11.00 pausa caffè
LA LINGUA DENTRO ALTRI MEDIA E DENTRO ALTRI LINGUAGGI. CAMBIAMENTI TRA PRIMA E POST PANDEMIA
ABSTRACT NINA il podcast della SIL è stata una esperienza recente di questo direttivo maturata dopo una serie di considerazioni, prima tra tutte attivare altre modalità per parlare dei temi SIL: l’intento era quello di creare un contenitore e un contenuto fruibili e rifruibili con facilità e leggerezza. La costruzione dei singoli podcast, costruzione totalmente interna senza supporti professionali, e la rete di contatti tra amiche e simpatizzanti SlL, ha permesso di mettere a punto ogni mese un appuntamento riguardante singole figure femminili legate al mondo della letteratura o dell’arte in generale o a tematiche affini. L’incontro propone un resoconto sul lavoro interno, la costruzione dei podcast, e un resoconto da direttiva che ascolta in podcast. RELATRICI Gabriella Musetti è socia della Società Italiana delle Letterate. Ha fondato, insieme ad altre, la casa editrice Vita Activa Nuova, di cui è direttrice editoriale. Ha ideato e diretto per 20 anni Residenze Estive, Incontri internazionali di poesia e scrittura, a Duino, presso il Collegio del Mondo Unito. Ha diretto per 12 anni la rivista letteraria «Almanacco del Ramo d’Oro». È redattrice di Letterate Magazine. Collabora a diverse riviste letterarie. Ha curato pubblicazioni narrative e saggistiche tra cui: Dentro la scrittura (1997), Sconfinamenti. Confini passaggi soglie nella scrittura delle donne (2008); Guida sentimentale di Trieste (2014), Dice Alice (2015), Oltre le parole. Scrittrici triestine del primo Novecento (2016), 15 racconti + 5, scritti a Trieste e luoghi del nord est (2019). In poesia ha pubblicato: Mie care (Campanotto, 2002), Obliquo resta il tempo (Lietocolle, 2005); A chi di dovere, (La fenice, 2007), Premio Senigallia; Beli Andjeo (Il Ramo d’Oro, 2009), Le sorelle (La vita felice, 2013), La manutenzione dei sentimenti (Samuele, 2015), Un buon uso della vita (Samuele, 2021). Anna Toscano vive a Venezia, insegna presso l’Università Ca’ Foscari e collabora con altre università. Scrive per testate e riviste. Sulla sua città: 111 luoghi di Venezia che devi proprio scoprire, con G. Montieri, 2023, è in The Passenger Venezia, radio e tv. Sul suo lavoro su artiste e scrittrici le uscite più recenti: Il calendario non mi segue. Goliarda Sapienza e Con amore e con amicizia, Lisetta Carmi, Electa 2023, le antologie Chiamami col mio nome. Antologia poetica di donne vol. I e vol. II. Fa parte del direttivo della Società Italiana delle Letterate e del direttivo scientifico di Balthazar Journal. La sua sesta e ultima raccolta di poesie è Al buffet con la morte, 2018; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie. Suoi scatti fotografici sono apparsi in guide, giornali, manifesti, copertine di libri, mostre personali e collettive. Varie le esperienze radiofoniche e teatrali. www.annatoscano.eu11.30 - Produrre e ascoltare, l'esperienza Podcast nella SIL. GABRIELLA MUSETTI e ANNA TOSCANO
ABSTRACT RELATRICE12.00 - Donne che parlano: il “possibile realizzato” dell’ autobiografia femminile dalla pagina allo schermo. Il caso Maid, e La Porca Miseria. AMANDA ROSSO
Questa ricerca esplora la trasformazione dell’autobiografia femminile, analizzando il percorso da pagina a schermo attraverso uno studio comparativo di due opere significative: Maid, autobiografia di Stephanie Land portata sul piccolo schermo da Netflix nel 2021, e La Porca Miseria (titolo originale Skint Estate) memoir di Cash Carraway del 2019. L’analisi si concentra sulla prospettiva femminista per esplorare come la rappresentazione visiva e il medium scritto possano influenzare la percezione delle esperienze femminili. Si esaminano inoltre le questioni di accesso, visibilità e autorappresentazione delle donne nel contesto dell’adattamento da un medium all’altro. L’obiettivo è analizzare criticamente come le scelte creative riflettano e contribuiscano alle dinamiche di potere di genere, avanzando una comprensione più profonda delle complesse relazioni tra autobiografia femminile, media e contesto culturale.
Amanda Rosso è nata e cresciuta a nell’entroterra ligure di Ponente, dove la sua prima lingua, il dialetto cerianasco, sopravvive grazie ai suoi canti polivocali e il teatro dialettale. Si è laureata in Comunicazione all’Università di Pavia e ora vive e lavora a Londra, dove frequenta un MA in Modern Languages and Comparative Literatures alla Birbeck University of London. Dal 2021, fa parte della redazione di Letterate Magazine. I suoi racconti sono apparsi su «Narrandom», «Quaerere», «Malgrado le Mosche», e in alcune antologie online e cartacee, fra cui Musa e getta. I racconti delle lettrici e dei lettori (Ponte alle Grazie, 2021) e Il corpo c’è (Vita Activa Nuova, 2023). Ha co-tradotto la raccolta di racconti Donne d’America (Bompiani, 2022) a cura di Giulia Caminito e Paola Moretti.
12.30 pausa pranzo
LA PROSPETTIVA NECESSARIA. DECOLONIZZARE PENSIERO E LINGUAGGIO
14.00 - Le questioni epistemologiche e politiche della traduzione letteraria. SILVANA CAROTENUTO
ABSTRACT
La questione della traduzione letteraria e culturale, determinante per la scrittura in genere, e in particolare, per la scrittura femminile, è stata da me trattata nel testo La lingua di Cleopatra. Traduzioni e sopravvivenze decostruttive (Marietti, 2009). Qui mi sembrava che la figura della Regina d’Egitto anticipasse sulla scena shakespeariana alcune delle formulazioni filosofiche e decostruttive, in particolare nei pensieri di Walter Benjamin e di Jacques Derrida, che utopizzano che il valore della traduzione sia di far percepire la comunanza messianica delle lingue, annunciando la loro conciliazione e risoluzione sempre-a-venire. In questo mio testo antico, interveniva, in maniera centrale, la studiosa postcoloniale Gayatri C. Spivak che ha introdotto, nel dibattito, la figura della “traduttrice” e della traduttrice ‘postcoloniale’, coinvolta eticamente, in termini di accountability femminista, nei confronti dei testi creativi di donne e scrittrici cosiddette ‘altre’. Molte delle riflessioni della critica bengalese, credo, siano ancora importanti da discutere e su cui riflettere, oggi, nel panorama italiano sempre più attento a/e desideroso di traduzioni di mondi e sensibilità femminili che vengono dall’altrove. Il mio intervento farà riferimento a testi narrativi recenti, tra cui Il re ombra di Maaza Mengiste (Einaudi, 2021) e all’opera di Jesmyn Ward (in particolare, l’ultimo suo Giù nel cieco mondo, NN, 2023), e ad alcune recenti traduzioni del pensiero femminista nero quali Perdi la madre (Tamu, 2022) e Vite ribelli. Bellissimi esperimenti (Minimum Fax, 2024) a firma della storica afroamericana Saidiya Hartman.
RELATRICE
Silvana Carotenuto è Professore Ordinario all’Università degli Studi “L’Orientale” di Napoli, dove insegna Letterature contemporanee in lingua inglese, e dove dirige il Centro di Studi Postcoloniali e di Genere (CSPG). I suoi campi di ricerca sono la decostruzione, l’écriture feminine, gli studi postcoloniali e visuali. Tra le recenti pubblicazioni: La ‘lingua comune’ in Zong! di NourbeSe Philip: svolte traduttive, «Testo a fronte» (in corso di pubblicazione, 2024); Cosmopolitanism and cosmo‐poethics: the cultural migrations of a ‘concept’, «Neohelicon» (2022); “Il (Libro in) cammino di Jamaica Kincaid nel ‘Paradiso’ reclamato”, Scritture migranti (2021); “Here and Now: The ‘Leprosy’ of Nationhood in Sonia Sanchez ’Poetics” (2020) (reprinted) in Contemporary Literary Criticism, Gale Gale/Cengage Learning; “La scrittura ‘vegetariana’ di Han Kang,” in L. Curti (a cura di), Femminismi futuri (iacobellieditore, Roma 2019); “Il ritorno della ‘Grande Straniera’: interrogazione, scrittura e condivisione della Letteratura,” in Ritorni Critici (Meltemi, Roma 2018)). È responsabile del gruppo di ricerca M.A.M. e dell’archivio digitale “Matriarchivio del Mediterraneo”. Il suo La pupilla di Demetra. La decostruzione e le arti è in corso di pubblicazione nel 2024 con Archive Books, Berlin-Milan.
ABSTRACT RELATRICE14.30 - L’italiano come lingua di libertà: l'autoaffermazione e l'accettazione nelle opere delle scrittrici italiane di origine straniera. CLAUDILEIA LEMES DIAS
Dietro la scelta di scrivere in una lingua diversa dalla propria si ritrova non solo l’abnegazione nell’apprendere il maggior numero di parole della nuova lingua, ma anche lo sviluppo di una tecnica per tradurre sulla carta pensieri, riflessioni e metafore che possano essere afferrate dalla sensibilità della nuova cultura. Lo sforzo creativo per farsi comprendere da lettori appartenenti ad una cultura differente implica il potenziamento di meccanismi psichici che portano autrici e autori di origini straniera all’abbandonare condizionamenti legati alla propria cultura di origine e, molto spesso, al rifiuto di adottarne di nuovi. Per molte scrittrici migranti sopravvissute a contesti di guerra, violenza familiare o povertà estrema, dominare la lingua italiana ed esprimersi liberamente significa ottenere o riottenere il controllo della propria vita. L’Italia diventa quindi un “luogo protetto” da amare e non solo un “paese di approdo”. Il tema affrontato nell’intervento sarà la sensazione di “voltare pagina”, la libertà e l’accettazione di sé, molto comuni nelle produzioni letterarie e nelle interviste di scrittrici di madrelingua non italiana maggiormente presenti nell’attuale panorama letterario.
Claudiléia Lemes Dias è laureata in Legge alla Pontificia Università Cattolica del Paraná, Master in Mediazione Familiare e in Tutela Internazionale dei Diritti Umani presso l’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato romanzi, racconti, articoli giuridici, giornalistici e i saggi Fascismo tropicale: il Brasile tra l’estrema destra e il Covid-19 (Ed. Dissensi, 2020) e Le catene del Brasile, un paese ostaggio delle religioni (L’Asino d’oro Ed., 2022). Nel 2008 ha vinto il Primo Premio al Concorso Letterario nazionale Lingua Madre. Il suo blog di auto aiuto “L’arte di salvarsi”, ha oltre 13,5 milioni di visualizzazioni. Collabora con la rivista «Left».
LINGUE, CONTESTI, TRADIZIONE E TRADUZIONE
ABSTRACT RELATRICE15.00 - Culture e punti di vista nel paradigma della classicità. ROBERTA ORTOLANO
Quale cultura veicolano i classici e come ampliare i punti di vista e le prospettive attraverso l’interpretazione e le riscritture? Sulla scia del recente dibattito statunitense sull’insegnamento delle lingue e delle culture classiche, giunto anche in Italia, un contributo a partire da un posizionamento transfemminista e decoloniale che favorisca soprattutto da un punto di vista didattico un approccio pluralista.
Roberta Ortolano insegna lingua e letteratura italiana e latina al liceo ed è specializzata in didattica inclusiva. Si è laureata in letteratura greca nel 2008 con una tesi sul rapporto tra oralità e scrittura e sulla lettura come pratica di pensiero e comunicazione orale. Dal 2004 ha iniziato un’intensa attività in collaborazione con teatri, associazioni, festival, scuole e università, realizzando progetti di formazione del pubblico, di educazione alla visione del teatro antico e di avviamento alle pratiche teatrali in contesti educativi. Scrive di teatro, scuola e femminismi. Come attivista lesbica transfemminista collabora a varie iniziative volte alla formazione e alla diffusione dell’opera di scrittrici e soggettività marginalizzate. Nel 2023 è uscito per Tab edizioni il volume Sono stata anche io bambina, Dialoghi con Elena Gianini Belotti, curato con Samanta Picciaiola.
ABSTRACT RELATRICE15.30 - Crescere con le radici delle parole ebraiche secondo Hora Aboav. La traduzione come progetto esistenziale. ANNALISA COMES
«Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente essa è coperta da pietre e sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo», così scrive Etty Hillesum nel suo Diario e queste parole possono riassumere l’insegnamento di Hora Aboav, un accompagnamento e una guida, un lavoro di pulizia e di scavo intimo – attraverso il dialogo, la discussione, l’invito costante a porre domande – per attingere a quella sorgente. Crescere attraverso le radici delle parole ebraiche vuol dire imparare a liberare in noi la loro energia (ֶShèfa’, abbondanza, ‘flusso energetico che deriva dall’alto’): predisporci a un viaggio (Lech lechà) di scoperta, di avventura e di ritorno: «Eleviamo i nostri sguardi e cerchiamo lì in alto le nostre radici».
Annalisa Comes (1967) è nata a Firenze e vive a Roma dove scrive, insegna e traduce. È membre associé del Laboratoire LIS (Littératures Imaginaire Societés) dell’Université de Lorraine – Francia.
Collabora all’Enciclopedia delle donne, fa parte del Collettivo di redazione della rivista «Leggendaria» e del Direttivo della Società Italiana delle Letterate (SIL). Ha pubblicato diverse raccolte di poesie e la raccolta di prose poetiche L’Airone (Roma 2020, Brest 2023) in Italia e in Francia; saggi (Straordinarie avventure. La poesia per bambini e bambine di poete e scrittrici, 2022 e Il gusto delle parole in Marguerite Duras. Scrivere, scriversi, cucinare, 2022); biografie (Marina Cvetaeva, Astrid Lindgren) e il diario di viaggio Ouessant. L’isola delle donne (2023). Ha curato il volume di testimonianza sulla Shoah di Jacqueline Schulhof Blum, Scolpire il tempo. Memorie di una vita (Roma 2022; Parigi 2023) e la biografia del fotografo Vasco Ascolini, Un nero pieno di luce (2023). Studia da anni l’ebraico biblico in Italia con Hora Aboav (di cui ha scritto la prefazione dei volumi Crescere con le radici delle parole ebraiche, 2020 e Le voci delle parole ebraiche, 2022) e in Francia con Marc-Alain Ouaknin.
16.00 pausa caffè
16.30 – Invenzione del lavoro, fine del lavoro, qualche idea da: Visibile e Invisibile. Scritture e rappresentazioni del lavoro delle donne – LUISA RICALDONE e LAURA GRAZIANO
17.00 – discussione aperta
18.30 – chiusura dei lavori e saluti della Presidente
LA PLAYLIST CON I 5 VIDEO DEL CONVEGNO A CURA DI ANNA TOSCANO
LE FOTO DEL CONVEGNO SCATTATE DA ANNA TOSCANO
(Clicca sulla foto per ingrandirla)
PASSAPAROLA: