a cura di Marinella Fiume, (Emanuele Romeo Editore, 2006)
Per le edizioni di Emanuele Romeo e a cura di Marinella Fiume, è uscito in questi giorni il Dizionario biografico Siciliane, di donne nate in Sicilia o naturalizzate o anche straniere che hanno scelto l’isola come patria elettiva, le quali hanno lasciato nella nostra terra un’eco più o meno vasta e durevole di sé e della loro attività.
Volendo raccogliere e condensare in schede biografiche le informazioni riguardanti le donne siciliane dal Medioevo all’età contemporanea, ci si è trovati di fronte a tutte le lacune della storiografia in questo campo. Si è trattato di un lavoro particolarmente complesso, innanzitutto perché ha potuto solo parzialmente riferirsi e attingere a una tradizione sedimentata di studi precedenti, che in Sicilia è particolarmente misogina.
Questa evidente difficoltà ha talvolta spaventato alcuni possibili collaboratori che hanno declinato l’invito per il gravoso lavoro di documentazione e di ricerca che avrebbe comportato. Insomma, poiché nei libri di storia della Sicilia le donne non ci sono, mettercele comporta un surplus di ricerche e una maggiore difficoltà del lavoro di ricostruzione storica: bisogna aggirare non solo il silenzio delle fonti, ma anche quello degli storici. E in qualche caso si sarebbe dovuto ammettere di operare, in un certo senso, una riparazione o, meglio, una restituzione, equivalente a una sorta di ammissione di responsabilità pregresse. In Sicilia sono davvero poche le ricerche in questa direzione, sebbene alcune iniziative editoriali abbiano additato da tempo l’interesse per gli studi di genere anche da parte di un pubblico colto ma non specialistico e le donne leggano più degli uomini, tanto che una fetta di mercato editoriale è rivolto a loro, cosa che influenza la ricerca dei temi al femminile in ogni questione.
La difficoltà riguarda particolarmente tutti gli ambiti dell’espressività e tutti i settori dell’arte, che proprio per il loro carattere di campo privilegiato di applicazione e prezioso strumento di interpretazione simbolica o di evasione dalla realtà, sono affollati da figure di donne che col passare dei secoli si sono via via emancipate dalle figure maschili alla cui ombra erano nate e si erano per lo più formate. Di tutte costoro, spesso solo i nomi o poche notizie reperibili, sì che solo con un’instancabile e appassionata lotta contro secoli di indifferenza e dimenticanza è diventato possibile trasformare gli scarni e insignificanti accenni a questa o quell’artista in una biografia. La ricostruzione delle biografie, trascendendo i criteri della periodizzazione, parte dai ritratti di alcune sante e patrone siciliane che si rivelano rappresentativi dell’identità municipale e della fisionomia dell’isola nei secoli. Quindi prosegue con gli ultimi secoli del Medioevo, si snoda fra Cinque e Settecento, attraverso nobildonne, monache, mistiche, “accademiche”, borghesi istruite, per giungere all’Otto e Novecento, quando, donne di tutte le classi e ceti, braccianti, maestre, fondatrici di ordini, professioniste, artiste, filantrope, militanti in movimenti laici e religiosi, nei partiti e sindacati, irrompono nella storia. Ogni donna appare al centro di una “ragnatela di rapporti” che la legano a famiglia, parentela, vicinato, comunità, sodalizi, associazioni, istituzioni da farne una lente attraverso cui leggere una vita e un tempo. Emerge così una molteplicità infinita di voci, di sguardi, di immaginari diversissimi, che però formano un coro, dalla cui lettura in continuum è possibile per lo studioso e per un pubblico più vasto, di uomini e donne, ricavare come, sia pur tra molte contraddizioni, la storia delle donne abbia portato, anche in Sicilia, a un ribaltamento dal silenzio alla parola, dal privato allo scenario pubblico, dalla resa vittimistica al protagonismo.
L’opera sottrae all’invisibilità tante figure di donne vissute in Sicilia fra Medioevo e Novecento e, nel contempo, fa emergere un tessuto di reti, alleanze, conflitti, identità che non appartiene soltanto alla storia materiale e della mentalità, alla narrazione del vissuto e del quotidiano, ma che, viceversa, interseca i territori della grande Storia. Il lavoro ripercorre la storia siciliana, restituendole tutta la complessità di una ricostruzione non esclusivamente fondata sulle scansioni temporali e sulle rilevanze della tradizionale storia politica. Se da un lato si è cercato così di colmare un ingiusto “vuoto di memoria”, tentando il recupero non solo di nomi, ma di personalità complesse e versatili, dall’altro, proprio l’esiguità delle notizie talora reperibili si è rivelata un limite qualche volta invalicabile.
PASSAPAROLA:
