Introduzione di Floriana Coppola presidente SIL al Seminario su Goliarda Sapienza. Oltre il centenario

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Siamo felici di condividere la registrazione del seminario SIL del 25 gennaio 2025 Goliarda Sapienza. Oltre il centenario: previsioni e prospettiva di una scrittura disobbediente, e il discorso inaugurale della nostra Presidente Floriana Coppola.

Teniamoci insieme attraverso le nostre radici. Con queste parole, Luciana Percovich ha concluso la settimana scorsa un webinar sulle comunità matrilineari del paleolitico. In un contesto contemporaneo che ci vuole sempre più competitive, più individualiste (sdoganando ogni più becero narcisismo) mi sembra doveroso riportare questa citazione che va in una direzione totalmente opposta.

Saper fare gruppo, partendo dalle nostre complessità, è una sfida altamente controcorrente.

E’ una scommessa politica preziosa, perché parte dalla consapevolezza che lavorando da sole si va forse più veloci ma lavorando insieme si va più lontano. Le nostre radici sono le donne che ci hanno preceduto.

L’obiettivo: una società equa, democratica e solidale, capace di essere inclusiva, oltre ogni stereotipia di genere.

Lo sapevano infatti le nostre socie fondatrici, che hanno impiegato lacrime e sangue per far funzionare la  macchina associativa. L’asse principale della SIL si basa proprio sulla contaminazione fertile di varie professionalità, sull’incrocio dei diversi percorsi di crescita- esistenziali, politici e culturali – superando di volta in volta le barriere classiste e sessiste, i pregiudizi corporativi, che rendono le persone miopi e incapaci di valorizzare chi è vicino.

Le ricercatrici universitarie, le esperte della comunicazione giornalistica mass-mediale, le registe e le artiste, le scrittrici e soprattutto le lettrici, le docenti e le bibliotecarie in questi trent’anni di vita della SIL si sono adoperate con tutta la loro forza per creare esperienze di gruppo: seminari residenziali estivi, workshop sulle letterate misconosciute, gruppi di lettura, antologie di scrittura delle donne per una critica letteraria/sociologica, che superi il canone tradizionale. E su questo noi oggi ci vogliamo impegnare, continuando a far emergere dall’oblio figure eccezionali di donne, come hanno fatto tante nostre socie in questi trent’anni.

I punti di congiunzione sono stati: l’orma espressiva e artistica delle donne del passato che si confronta con l’intelligenza e la passione delle donne contemporanee, la difesa dei diritti delle donne che non va mai data per scontata, perché i diritti non sono mai acquisiti in forma definitiva nella nostra società, che sta nuovamente piegando verso una deriva conservatrice e  patriarcale.

Dal libro Quintessenza, Mary Dali, madre della teologia femminista radicale, dice:

Il campo morfologico del coraggio è creato dagli atti cumulativi di coraggio delle donne selvagge in tutte le epoche. Ogni atto di coraggio femminista, o qualsiasi virtù vulcanica, non importa quanto possa apparire piccolo alla singola donna che lo sta realizzando, è rilevante e contagioso. Ha una conseguenza enorme perché aiuta a creare il vasto campo morfogenetico, dal quale può emergere ogni vera metamorfosi. Noi donne selvagge del ventunesimo secolo abbiamo beneficiato moltissimo di questa eredità.”

Scrive Matilda Joslin Gage: “ Le donne di oggi sono i pensieri incarnati e vivi delle loro madri e nonne. Sono attive, capaci, decise e destinate  a vincere. Hanno mille generazioni dietro di loro. Milioni di donne morte e andate, parlano attraverso di noi.”

E GOLIARDA SAPIENZA incarna  perfettamente un esempio di donna non addomesticabile, una donna complessa e spregiudicata che si libera da ogni schema, da ogni copione tradizionale e paga un prezzo per questo.

La donna selvaggia infatti è un archetipo femminista che risale alle origini del mondo, da Lilith e  Ishtar fino alle donne dei nostri giorni. Ha una sua postura politica ben precisa, che parte da se stessa per poi scegliere con determinazione la sua rappresentazione del mondo.

Rappresenta la voce dell’Anima, il tuo Io più profondo, il tuo aspetto più vero, essenziale, autentico.

E’ colei che strappa vincoli e legami e si dà il permesso di essere libera, capace di uscire dai legami violenti e tossici, di affermare ciò che pensa, di denunciare le ingiustizie, di difendere il suo punto di vista. Non segue i modelli imposti, non si adegua ad un diktat, non si sottomette a chi vuole sopprimere il suo istinto, non asseconda i vampiri energetici, non accetta atti e soprusi sui deboli. Cerca alleanze con chi è capace di ascoltarla. Usa il suo talento per realizzare se stessa. È la donna che trova la forza di rialzarsi dopo una caduta, ed è pronta a ricominciare, nonostante gli sbagli, nonostante le delusioni, nonostante le ferite e i sanguinamenti. Non si accontenta, vuole andare oltre, scoprire altro, vedere oltre il muro, stendere lo sguardo nuovamente su un orizzonte più aperto e sconfinato. È quella che fa pace col suo corpo, coi ricordi, col passato. E’ capace di creare alleanze di senso e di rivolta. Così afferma Clarissa Pinkola Estés e paragona la donna alla lupa. Entrambe le specie sono sensibili, forti e resistenti.

“Riunirsi a lei (la Donna Selvaggia) significa fissare il territorio, trovare il proprio branco, stare con sicurezza e orgoglio nel proprio corpo… parlare e agire per proprio conto, in prima persona, essere consapevoli, vigili, rifarsi ai poteri femminili innati dell’intuito e della percezione, riprendere i propri cicli, scoprire a che cosa si appartiene, levarsi con dignità, conservare tutta la consapevolezza possibile”.

Un’altra donna che racconta se stessa con estremo coraggio è bell hooks, nel suo libro Da che parte stiamo: la classe conta, un testo importante per la teoria femminista afroamericana.  In questo saggio, bell intreccia l’esperienza autobiografica dell’uscita dalla classe lavoratrice e le conseguenti riflessioni sulla questione della classe sociale, in una lettura che risulta sempre interessante e ricca di spunti. In un mondo in cui le persone ricche diventano sempre più ricche e quelle povere sempre più povere, un mondo diviso in classi, non emerge tuttavia mai esplicitamente e con forza la questione della classe sociale. Affronta con chiarezza la questione dell’avidità capitalista nel quotidiano, a partire dalla propria esperienza di vita personale e dalle contraddizioni che l’hanno attraversata. Come Goliarda Sapienza, che cerca il suo posto nel mondo, che intreccia nella sua scrittura letteraria frammenti della sua vita vissuta, del legame conflittuale con la madre sindacalista, con il padre socialista, con il suo quartiere in Sicilia, con il teatro e la poesia. Come bell hooks, che  racconta della propria infanzia segnata da un forte senso comunitario, ma anche dalla vergogna di classe, in una società individualistica e necrofila,  che spinge le persone a misurare il proprio valore in base ai beni materiali, in un mondo che umilia i poveri e che lega il sentimento di realizzazione personale al consumismo edonistico, in un mondo che si finge senza classi e che permette tragicamente lo svuotamento valoriale del senso di una comunità solidale e coesa.  Il movimento femminista, in tutte le sue declinazioni,  ci esorta a cambiare e a riflettere, per creare un sistema economico e sociale  giusto, che passa dall’abbattimento delle discriminazioni di classe, di sesso e di razza.

 

 

 

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