Una scrittura che si fa mondo

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Fin dall’inizio la scrittura di Maria Rosa Cutrufelli è animata da chiara e limpida passione politica.
I suoi primi testi, degli anni settanta, sono saggi quasi tutti dedicati alle donne, e nel succedersi dei titoli, cinque volumi in circa sei anni, sette se si considera il primo dedicato al Sud e al sottosviluppo, indicano un percorso intellettuale e politico fortemente radicato nelle esperienze – verrebbe da dire nella geopolitica sentimentale – che ne intessono l’esistenza. L’invenzione della donna: miti e tecniche di uno sfruttamento (Mazzotta, Milano 1974), Disoccupata con onore: lavoro e condizione della donne (Mazzotta, Milano 1975), Donna perché piangi?: imperialismo e condizione femminile nell’Africa nera, (Mazzotta 1976, Operaie senza fabbrica: inchiesta sul lavoro a domicilio (Editori Riuniti, Roma 1977), Economia e politica dei sentimenti: la “produzione femminile“, (Editori Riuniti, Roma 1980), questi i suoi primi libri, tappe di una ricerca su una soggettività femminile sempre fortemente incarnata, alle prese con problemi concreti, tuttora centrali, come il lavoro e la dispendiosa economia della vita affettiva.
Maria Rosa Cutrufelli è nata in Sicilia, a Messina, da madre fiorentina, a nove anni si trasferisce con tutta la famiglia a Bologna, «città elegante, generosa e insieme severa» ha scritto, dove compie l’intero ciclo di studi e dove si trova, studentessa lavoratrice, nel ’68. A Bologna, con le sue compagne, entra subito in contatto con una delle più precoci esperienze di collettivo femminista in Italia, il “Cerchio spezzato” di Trento. Fin dai primi anni nella sua vita si instaura un pendolarismo tra la Sicilia amata («ancora oggi solo in Sicilia mi sento veramente “a casa”) e il continente. Un pendolarismo che si allargherà all’Africa, dove vivrà per tre anni e dove tornerà di frequente, a cui in seguito dedicherà alcuni libri tra cui Mama Africa, storie di donne e utopie (Feltrinelli, Milano 1993) e Ricordi d’Africa (Manni, Lecce 2009), mentre sceglie di vivere a Roma. Dell’inizio degli anni ottanta è un libro pioneristico, unico fino ai tempi più recenti nelle indagini sugli scambi di sesso e denaro tra donne e uomini a mettere al centro non le donne, ma gli uomini: Il cliente: sulla domanda di prostituzione (Editori Riuniti Roma 1981), cui farà seguito nel 1996 Il denaro in corpo, Tropea Milano 1996. Un doppio movimento, un andare e venire tra un polo e l’altro, che si rintraccia in tutti i suoi libri, fino all’approdo alla narrativa
Accanto alla ricerca politica e saggistica, fin dalla tesi laurea sulle strutture del romanze, con Luciano Anceschi, la letteratura è stata al centro dei suo interessi. Roberto Roversi e Italo Calvino le danno consigli preziosi, collabora a riviste letterarie e di critica. Un interesse che, unito alla passione femminista, nel 1984 la spinge a ideare e organizzare a Roma la prima fiera del libro a firma femminile, e a fondare in seguito “Tuttestorie”, rivista di “racconti, letture, trame di donne”, che pubblicherà con editori diversi per dodici anni e da cui sarà tratta, nel 1993, l’antologia Il pozzo segreto. 50 scrittrici italiane (a cura di Maria Rosa Cutrufelli, Rosaria Guacci, Marisa Rusconi Giunti Firenze 1993).
L’esordio narrativo, del 1990, si fa subito notare. La briganta (1990, ora Frassinelli Firenze 2005) è un romanzo decisamente insolito, che lavora su alcuni temi cari a Cutrufelli: il sud, l’Italia, la storia riletta alla luce di una soggettività altra, ma soprattutto si focalizza su una figura, anzi una personaggia inedita, una donna fuori dalla rappresentazione tradizionale. E se Complice il dubbio (1992, ora Frassinelli, Milano 2006) scioglie sul filo della tensione e della suspence il nodo di un’attrazione e di una scelta amorosa, in Canto al deserto. Storia di Tina, soldato di mafia (Longanesi, Milano 1994) la stessa autrice si mette in gioco, nel raccontare un ritorno nella sua Sicilia, nella Gela dove ha vissuto alcuni anni. E delinea una personaggia potente e contradditoria nella sua emancipazione tutta negativa, modellata sull’ordine mafioso che distrugge l’isola. Nel 1997 interrompe il ciclo dei romanzi un’interessante antologia di testi erotici, tutti a firma femminile (Nella città proibita, Tropea, Milano 1997), tutti di scrittrici che non si erano mai misurate con il genere, un interesse che variamente declinato accompagna tutta l’attività culturale-saggistica di Maria Rosa Cutrufelli.
E addirittura Olympe de Gouges, la donna che osò proclamare i diritti della cittadina, è la protagonista di La donna che visse per un sogno (Frassinelli, Milano 2004), romanzo con cui Cutrufelli entra nella cinquina del Premio Strega.
È del 2008 il libro più complesso di Maria Rosa Cutrufelli, D’amore e d’odio (Frassinelli, Milano 2008), in cui l’attenzione dell’autrice alle strutture narrative si misura con un’architettura rigorosa e per questo di ampio respiro, capace di abbracciare le vicende di circa un secolo. Più generazioni di donne, la storia italiana del Novecento, fino alle più recenti vicende di immigrazione, il pendolarismo tra isola e continente, donne e i loro amori, figli e figlie, amanti, passioni, dolori, dolcezze. Un libro-mondo che racconta di donne che stanno nel mondo, anzi, lo costruiscono, narrazione matura, consapevole di personagge che agiscono un’epica femminile.
L’ultimo romanzo finora pubblicato di Maria Rosa Cutrufelli è I bambini della ginestra (Frassinelli, Milano 2012). Ancora un ritorno all’isola e alla sua storia, a una delle sue vicende tragiche, famose e nello stesso tempo ignorate, segrete, sconosciute: la strage di Portello della Ginestra, perpetrata dal bandito Giuliano.
Per l’attenzione costante alle forme libere, plurali e creative della soggettività femminile che sostiene da sempre la sua attività culturale e politica, per le personagge complesse che vivono nelle sue storie, per la peculiare forza leggera delle narrazioni da lei ideate che si fanno mondo per tutte, la Società Italiana delle Letterate ha il piacere di nominare Maria Rosa Cutrufelli socia onoraria.

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