L’Editoriale Scienza sta facendo quello che tutte le scuole dovrebbero fare: informare ragazzi e ragazze che sono esistite, perfino in tempi in cui alle donne era vietato quasi tutto, delle straordinarie scienziate. E che queste straordinarie scienziate, in barba al divieto di studiare, all’impossibilità di frequentare le Università e di vivere del loro lavoro, ai pregiudizi feroci e alle discriminazioni subite, sono riuscite a ottenere risultati di cui tutta l’umanità ha beneficiato. È questa, per esempio, la storia di Sofia Kovalevskaja, scritta da Vichi De Marchi e illustrata da Simona Mulazzani. Sofia era una matematica, una grandissima matematica. E proprio sulla matematica i pregiudizi (e addirittura gli insulti) contro le donne sono stati così pervicaci che soltanto quest’anno la Medaglia Fields, una sorta di Nobel dei numeri, è andato a una giovane specialista in geometria iperbolica, l’iraniana Maryam Mirzakhani. Doppia vittoria, vista anche la nazionalità di Maryam.
Sofia Kovalevskaja visse ovviamente in un’epoca addirittura peggiore dell’attuale Iran (ogni tanto ce lo dimentichiamo): nata a Mosca il 15 gennaio 1850 riuscì a studiare perché era nata in una famiglia benestante leggermente più illuminata della media. Non poté frequentare nessuna Università, né in Russia, né in Europa (dove aveva potuto migrare dopo un matrimonio di facciata con un uomo che credeva nei diritti delle donne, Vladimir Kovalevskij) perché alle donne era vietato l’accesso.
Prese lezioni private da un grande matematico tedesco, Karl Theodor Wilhelm Weierstrass (ma svelò di essere donna soltanto dopo aver dimostrato il suo valore). E solo grazie all’insistenza del matematico svedese Gösta Mittag-Leffler riuscì, prima donna in Europa, a ottenere una cattedra universitaria di matematica a Stoccolma. In Russia non le fu mai concessa, per il solo fatto di essere donna e benché tutti gli scienziati ne riconoscessero il valore. Morì di polmonite, il 10 febbraio 1891, a soli 41 anni, dopo essersi battuta come un leone per i diritti delle donne e per la giustizia sociale.
Il racconto che ne fa Vichi De Marchi è emozionante e per nulla retorico. Piuttosto, nonostante la grazia del racconto, davanti alle difficoltà incontrate dalla Kovalevskaja e alla stupidità del mondo accademico maschile che si trovò davanti non può che montare una grande rabbia. Speriamo che il libro sia letto da ragazzi e ragazze, la rabbia sia condivisa. E soprattutto la consapevolezza che qualsiasi discriminazione basata sul genere non è solo ingiustificabile. Ma dannosa all’intera umanità.
Da sottolineare: la collana dell’Editoriale Scienza è già ricca di titoli. In particolare sono uscite le biografie di Dian Fossey, Barbara McClintock, Eva Mameli Calvino, Margherita Hack, Vandana Shiva, Marie e Iréne Curie, Mary Leakey, Ada Byron. Inutile dire che è solo l’inizio.
Vichi De Marchi, La trottola di Sofia, illustrazioni di Simona Mulazzani, Editoriale Scienza, 12,90 euro, pagg. 123
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