Una ragazza di ottant’anni
di Gisella Modica
“Io continuo a sognare la bellezza. Per me la bellezza è la giustizia. Non c’è bellezza non c’è felicità senza giustizia”.
“Per amare devi capire… Solo se capisci ami veramente”.
Bellezza, giustizia, felicità, amore, necessità della lotta e dell’impegno politico: sono queste le passioni che Letizia Battaglia ha trasferito nella fotografia fin dal suo esordio come giornalista del quotidiano L’Ora di Palermo e che si convertono in “sguardo misericordioso” quando fotografa “mai dall’alto ma dalla posizione in ginocchio” i boss ammanettati o uccisi.
Passioni che continuano ad animarla e a distinguerla durante la primavera siciliana dell’’86, quando diventa assessora alla Vivibilità – il suo primo atto fu fare installare le panchine davanti al carcere dell’Ucciardone per far sedere le donne, mogli, madri e sorelle dei carcerati che arrivavano cariche di pacchi – e poi nel ’91 come deputata regionale della Rete. Nello stesso anno fonda insieme a Umberto Santino e Anna Puglisi il Centro di documentazione Giuseppe Impastato; la casa editrice Edizioni della Battaglia e la rivista Mezzocielo di cui è attualmente direttrice.
“Avventuriera e disordinata come le mie foto” – così lei stessa si definisce – considera l’arte fotografica un modo per raccontare se stessa. Una delle foto più famose La bambina col pallone “dallo sguardo grave e sognante” dice infatti molto di lei e del suo rapporto con le adolescenti colte nell’attimo “prima che diventino donne e il sogno, la speranza finisce”. La speranza è quella della giustizia; il sogno, quello di un mondo migliore. Nel 2014, nelle sue Rielaborazioni 2000-2004, affida ai corpi e ai volti delle adolescenti il compito di spostare il focus dallo scenario di morti e di miseria, temi costanti delle sue foto, per risignificarlo con un atto di immaginazione sovrapponendo visioni tutte femminili.
Alla domanda perché avesse scelto giovani donne per questo compito, ha risposto:
“Perché le donne sono capaci di amare, sanno soffrire e conoscono il dolore”.Per la sua caparbietà nel non abbandonare la lotta, per non aver mai separato il suo lavoro dalla ricerca costante di amore, bellezza e giustizia e per averla rappresentata nei corpi di giovani donne, la Società Italiana delle Letterate nomina Letizia Battaglia socia onoraria.