a cura di Anna Scacchi (Luca Sossella, Roma 2005)
All’interno della «grande storia non scritta» delle donne di cui parla Adrienne Rich un capitolo importante è quello relativo alla relazione madre-figlia, sia in quanto nodo biografico di quel continuum femminile spesso occultato o ignorato, sia come nodo tematico forte della letteratura delle donne.
Il tema è al centro del volume che Anna Scacchi ha costruito con fine intelligenza, valendosi della collaborazione e della fiducia di amiche e colleghe che hanno accettato di «raccontare la storia di una madre e di una figlia che fosse stata significativa nel loro percorso di “lettrici professioniste”». E anche per coloro che, con la reticenza del pudore, hanno evitato di raccontare la loro esperienza autobiografica, la storia segreta della loro relazione con la madre affiora quasi inconsapevole tra le righe.
La proposta di Anna Scacchi – come ci racconta nell’Introduzione – prende forma dalle suggestioni ricevute sfogliando un volume pubblicato negli Stati Uniti nel 1987, Mothers & Daughters, realizzato dalla scrittrice americana Tillie Olsen e dalla fotografa Estelle Jussim. Un volume affascinante che racconta con parole e con immagini la relazione tra madre e figlia, non tanto la ribellione delle prime femministe verso la madre oblativa voluta e forgiata dalla cultura patriarcale, e neppure quel luogo di conflitti e di sofferenze descritto dalla psicoanalisi, bensì la relazione madre-figlia in cui maternità e creatività possono esaltarsi reciprocamente. Perché ha a che fare con l’azione di cura verso l’altra/o e pertanto con il «pensiero materno» anche il lavoro di «recupero delle scrittrici del passato» e la «riconoscenza» verso le madri biologiche e simboliche. Scrive infatti Anna Scacchi: «Grazie a Olsen la teoria femminista comincia a utilizzare il rapporto madre-figlia come paradigma e modello attraverso cui pensare le relazioni tra donne, da quelle tra insegnante e allieva a quelle tra le studiose di letteratura e le autrici di cui si occupano. Alle metafore sessuali che strutturano il rapporto del critico con il testo, oggetto da penetrare e sezionare con l’acumen del raziocinio, la critica letteraria femminista oppone metafore che sottolineano la continuità tra lettrice e autrice, la costruzione da parte della figlia di un canale di contatto con la madre letteraria»Hanno collaborato al volume, oltre alla curatrice, Anna Scacchi (La madre restia. Charlotte Perkins Gilman e Katharine Chamberlin), Paula Rabinowitz (A nuoto nella tela. Kate Chopin), Renata Morresi (M/others: Nancy Canard, figlia dell’impero, e la paura dell’”Uomo Nero”), Charlotte Nekola (Ida Lupino! Ida Lupino!), Paola Bottalla (Conversazioni oblique. Il rapporto madre-figlia nella poesia di Judith Wright), Stefania Sbarra (La madre di carta. Cordelia Edvardson ed Elisabeth Langgässer), Donna Perry (Scrivere la vita di una figlia. Jamaica Kincaid), Laura Silvestri (Amare la madre. Danielle Girare, Carmen Martín Gaite), Tatiana Petrovich Njegosh (L’amore molesto di Amalia e Delia).
Adriana Chemello
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