Viene voglia di fare un gioco con le amiche, ognuna sceglie un personaggio e recita a soggetto. Viene voglia di leggerlo ad alta voce di fronte ad una classe di adolescenti che forse non ha sentito mai nominare la maggior parte delle donne che sono raccontate in queste pagine.
Viene voglia di fare bookcrossing e lasciare una copia sulla panchina vicino casa.
E soprattutto non passa la voglia leggerlo una volta che si è preso in mano.
Mappe sulla pelle è un testo a più voci, attraverso dodici monologhi Olivia Corio, Carmen Covito, Maria Rosa Cutrufelli, Donatella Diamanti, Chicca Gagliardo, Barbara Garlaschelli, Daniela Losini, Daniela Piegai, Elisabetta Spaini, Nicoletta Vallorani, Elena Varvello, Simona Vinci, diventano, per il tempo di una storia, Ella Fitzgerald, Eleonora Duse, Anna Kuliscioff, Virna, Alda Merini, Joyce Carol Oates, Coco Chanel, Artemisia Gentileschi, Niki de Sainte Phalle, Angela Carter, Alice Munro, Diane Arbus. Le molteplici voci danno vita ad un mosaico irregolare, scritture inevitabilmente differenti, alcune più affascinanti, altre che restano più dure, altre ancora che restano sospese. Eppure è l’esperimento che convince e che attrae. Perché è un tentativo riuscito di ridare corpo e voce a donne scomparse o, nel caso di quelle viventi, è un bel modo per farcele incontrare da vicino, per farle sentire un po’ più vicine a noi comuni lettrici, per restituirci le parole che restano nell’ombra, i pensieri che non avremmo saputo perché magari custoditi in diari a noi ignoti, le azioni che hanno cambiato la loro vita.
Certo non sono donne qualunque le prescelte. Sono figure che hanno percorsi di vita famosi ma non necessariamente conosciuti a fondo, a volte anche difficili e traumatici: tutte hanno in comune un forte senso di appartenenza all’essere donna, biologica o meno, ad un corpo femminile costruito eppure sentito fortemente come proprio, un corpo dal quale si può uscire e rientrare quando si vuole, o farlo indossare ad altre come avviene in queste pagine. E tra finzione e realtà ogni monologo è corredato da una scheda biografica delle protagoniste che ci dice il minimo indispensabile per orientarci nella scelta fatta dall’altra donna, da chi ha – come suggerito dalla copertina del volume – indossato le scarpe dell’altra. E ha camminato alla ricerca di una scrittura ma anche di una trama che potesse andare bene, per riannodare i fili di una memoria, che non ci scorderemo mai di ripeterlo, è urgente e necessaria per riappropriarci della storia di un bel pezzo di umanità spesso tenuta nascosta, sottovalutata, ma mai addomesticata.
E se, come scrivono Tania Kindersley e Sarah Vine in All’indietro sui tacchi a spillo. L’impossibile arte di essere donne, essere donne oggi è fra le imprese più complesse ma anche più affascinanti, leggere la storia di queste donne suggerisce strategie di sopravvivenza e ci ricorda che nonostante tutti gli attacchi al corpo delle donne, alla loro autodeterminazione, c’è sempre un modo per affermare la propria autonomia e indipendenza. Non è un caso che l’idea di questo libro nasce dall’associazione culturale “Tessere Trame” nata dalla volontà di combinare la passione per l’arte, l’impegno civile, la cultura. Questo libro è un ottimo esempio di pagine ben scritte e di un impegno politico preciso a favore delle donne.
A.A.V.V., Mappe sulla pelle, Ed.it editpress, Firenze 2012, 168 pagine, 16 euro
Tania Kindersley e Sarah Vine, All’indietro sui tacchi a spillo. L’impossibile arte di essere donne traduzione di Alessandra Montrucchio, Einaudi, Torino 2013, 386 pagine 19 euro
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