Il mondo delle celle saltate per aria

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Per sfuggire alle ondate di passioni tristi che mi attraversano dopo la lettura di numerosi annunci di lavoro, decido di trovare rifugio nell’ultimo romanzo di Rossana Campo Il posto delle donne. Mi lascio trasportare dalla scrittura incalzante ed avvolgente della scrittrice.

Seguo Emma, la protagonista, nelle vicende che vive a Parigi dopo la sofferta separazione dalla sua ex, Carmen, con la quale ha convissuto tre anni e diventata per lei una sorta di ossessione. Il rapporto è finito per una diversa visione della relazione di coppia: «le cose sono cominciate a andare storte il giorno che voleva sentirsi dire per sempre, voleva rassicurazioni, garanzie e giuramenti. Quello che pensavo io era che mi piaceva stare insieme così, con la voglia di amarci e dividerci tutto, di viverci quello che la vita ci stava dando e vedere come andavano le cose. Non si può mai essere sicuri dei legami, non si può mai sapere cosa succede tra due persone. La mia teoria era prendermi cura di lei e del nostro amore, mantenere viva la creatività e il sesso e fare sempre tutto il possibile per stare bene. Affrontare le difficoltà che si presentavano e essere sincere».

Carmen invece il “per sempre” vuol sentirselo dire e lascia Emma per la fotografa Claire Morgan. Emma si interroga sulle relazioni, i sentimenti, sui percorsi che dall’amore portano a rapporti di sottomissione, al rancore, all’odio, fino alla violenza verso la persona una volta amata. Domande importanti ed attuali da porsi in Italia, paese che spicca per l’urgenza sociale della violenza assassina e maschilista sulle donne.

Le relazioni sulle quali riflette Emma riguardano per lo più l’amore tra donne. In uno dei suoi incontri la protagonista rimane folgorata da Maxime, giovane ballerina-spogliarellista a Pigalle, che le fa riassaporare il gusto dell’erotismo, „ogni tanto mi lancia delle occhiate e sento che stiamo per prendere fuoco». Emma si affeziona subito a Maxime e rimane talmente colpita quando scopre che è stata uccisa in un parco, da iniziare ad investigare come gesto -oserei dire politico- per non dimenticarla. Si avventura così in un mondo abitato dall’amante di Maxime, la saggista lesbica Catherine Forest, la sua compagna Alicia Serrano, regista argentina, e Freddy, la coinquilina di Maxime.

Le indagini di Emma sono ambientate nella recente Francia, caratterizzata da un Sarkozy «imbestialito che difendeva le sue posizioni razziste», «diceva quello che avrebbe detto un qualunque cazzone ignorante appoggiato al bancone di un bar: prendeteveli voi, portateli a casa vostra i rom se vi piacciono tanto». La Campo delinea il contesto della crisi dove cresce il divario tra le classi sociali, dove «è diventato naturale urlare contro le persone che non hanno potere, è diventato naturale togliere il lavoro, togliere i diritti, trattare gli esseri umani come merde».

In questa società Emma vive le sue relazioni di pancia, in maniera totale e senza filtri. Spesso reagisce d’istinto lasciando spazio a modi di rabbia, a decisioni immediate che sconta tutte sulla pelle. Emma si muove in ambienti torbidi, si trova a contatto con personaggi come Maxime, ragazze ai margini che mi ricordano le donne «escluse dal gran mercato della bella donna», dai canoni di una femminilità normata ben descritte da Virginie Despentes in King Kong girl.

La scrittura di Rossana è esplicita, corporea, erotica, traspirante sensualità come suo solito, anche in questo romanzo in cui si avventura principalmente nelle realtà lesbiche.

Christelle, cliente del bistrot dove lavora Emma, appena uscita come amante da una relazione etero, è molto curiosa delle relazioni e della sessualità tra donne. «E’ dinamite pura» le dice Emma e di fronte alle obiezioni di Christelle che chiede di non generalizzare, di non fare propaganda, Emma sottolinea la realtà di una società eterosessista. «Propaganda? Se vuoi vedere la propaganda guardati in giro, amica mia, guarda la pubblicità sui manifesti, sulle riviste alla tivvù, ovunque. Dappertutto si fa uso dei nostri corpi di donne e della presunta eterosessualità globale per vendere qualunque cosa perfino la violenza».Un esempio di ciò si verifica quando Emma infila dei soldi nelle mutandine di una spogliarellista, esattamente come è naturale facciano fanno gli uomini presenti, e viene maltrattata dal gestore del locale.

Il romanzo di Campo è attuale, politico nella sua accezione più vivace e viscerale, anche divertente e, a modo suo, speranzoso. Il finale, che lascio al piacere della scoperta di chi leggerà, apre infatti a possibili e molteplici scenari di relazioni e familiarità, senza dare, come consueto nell’autrice, giudizi assoluti su monogamia, coppia aperta, relazioni libere.

Come osserva Emma «ci sono poche cose così fantastiche nella vita come essere trascinati in certe situazioni da una donna che ha il coraggio di vivere i suoi desideri fino in fondo», qualsiasi essi siano.

Non posso concludere senza parlare di un personaggio corposo come Kiki Stein, l’amica consigliera di Emma, che osserva «per molte di noi, e non sto parlando solo delle lesbiche, è come se dovessimo continuamente chiedere il permesso a qualcuno di essere vive e di vivere come vogliamo. Quando le donne sono in crisi, nei periodi di inquietudine o di dolore cercano di cambiare qualcosa, vanno da uno strizzacervelli, o da una veggente, cercano un nuovo amante, si iscrivono ai corsi di yoga, e tutto questo sai cosa significa? Significa cambiare l’arredamento della cella, comprare un divano nuovo, cambiare le tende. Ma non significa uscirne. Continuano a essere prigioniere.[…] La cosa più importante è capire se dentro di noi sentiamo sul serio di avere il diritto di essere felici, e di vivere secondo la nostra natura. Da qualche parte dentro di noi, c’è una ragazza che non crede di avere diritto di godersi la vita».

Ecco qui Kiki Stein. Mi ha dato la botta, mi è venuto all’improvviso il desiderio di liberarmi dai magoni, dalle paranoie, delle storie infelici. Ma come fare? -si chiede Emma- Ho detto: Bisogna far saltare per aria la cella! Finiamola di cambiare le tende ed i cuscini, liberiamoci dalla cella!”.

Il mondo fuori dalle celle saltate per aria è il mondo da abitare, il buon posto per le donne, per le ragazze di ogni età che sanno di avere il diritto a godersi la vita.

 

Rossana Campo, Il posto delle donne, Ponte alle Grazie, Milano, 2013, 144 pagine, 10 euro

Videointervista di Annamaria Tagliavini

Recensione di Valeria Merlini su Panorama

 Recensione di Elena Stancanelli su D di Repubblica

Intervista di Katia Ippaso su Gli Altri

 

 

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