Il broncio
di Vanina Iodice, Kairos (2009)
Inviato speciale di ritorno dalle follie della guerra, Jacopo trova un diario della donna amata, Teresa. Quelle pagine sembrano una confessione e un atto di verità amorosa nei suoi confronti. Da quel momento inizia una lunga arrampicata per giungere al segreto di quelle parole.
Teresa, enigmatica, anche lei giornalista di talento, pare sfuggirgli, per poi riapparire nella forma indelebile di quelle pagine.
Per Jacopo la lettura diventa un avventuroso e talvolta doloroso gioco di specchi.

La piccola serie, Shakespeare/Film/Genere, di cui questo libro fa parte all’interno della collana “Disseminazioni”, abita le plurime intersezioni tra tali aree discorsive, cercando di volta in volta di individuare modi e motivi del passaggio da specifici testi shakespeariani a versioni filmiche variamente inseribili in un genere cinematografico.
Prima di tutto c’è un “io” che racconta, ormai adulto, e rivive le stagioni della sua infanzia ricordando gli uomini e le cose intorno a lui, da bambino. Tutto è filtrato da punto di vista di quest’occhio ingenuo, che comincia il suo personale apprendistato della vita. Ne scopre progressivamente le facce più imprevedibili: l’avventura, la cattiveria, l’affetto, fino al dolore e alla morte. Nel perimetro del suo sguardo innocente si muovono gli attori della vicenda.

Alla fine padroneggiano perfettamente due sistemi: quello altrui e il proprio. Gli uomini al vertice si muovono come pesci nell’acqua. Lo stesso accade alle donne. Ma le donne possono anche volare», Maria Fischer, Head Hunter.
