Poesia, parola pubblica contro la violenza

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Si intitola Cuore di preda. Poesie contro la violenza alle donne l’antologia poetica curata da Loredana Magazzeni e appena pubblicata per le edizioni CFR. Il volume, che raccoglie testi poetici firmati da numerose ed eccellenti poete contemporanee, è corredato dalle opere visive di Fabiola Ledda. Si tratta di un progetto articolato, corale e partecipato che necessita una lettura paziente.

Sarà opportuno cominciare con la genesi del libro giacché è proprio da essa che si può ripercorrere l’intenzione appassionata che muove un gesto estetico e politico di notevole interesse.

Quando Loredana Magazzeni ha proposto alle donne con le quali è in relazione da tempo di misurarsi con il tema della violenza, la risposta è stata sorprendente. Così, dal proposito iniziale (che era quello di comporre un quaderno comprendente pochi testi e immagini) in breve tempo le adesioni all’invito di Loredana si sono moltiplicate assumendo la forma di un’ampia espressione di voci confluite poi nel volume.

Che le poete prendano parola pubblica collettiva contro la violenza alle donne è un fatto che andrebbe osservato e sostenuto, sia per la bellezza delle parole che vanno intrecciandosi saldamente sia per le immagini potenti che Fabiola Ledda ha deciso di affidare. E ascoltando Loredana Magazzeni, per tutte le partecipanti era qualcosa che si attendeva, un libro in qualche modo voluto con forza e grazia fuori da un’occasione specifica e con il desiderio di insistere su un tema sul quale mai troppa è l’attenzione.

«Queste poesie sono il primo passo per dare voce simbolica all’indicibile» – scrive efficacemente la curatrice nell’introduzione. Queste poesie trovano in effetti le parole per dire molte cose, dicono anzitutto la stoffa di quell’indicibile, ne diventano nutrimento irrinunciabile; si prendono cura e, sistemato il rimosso della colpa, ricompongono il senso dell’interrogazione poetica; dicono pure che la violenza alle donne non appartiene a degli episodi isolati ma ad una narrazione consumata lentamente che – troppo spesso – porta fin dal principio il segno dell’ineluttabilità.

Queste poesie dicono anche di una parola che non prescrive ma che ordina e colloca su un piano di realtà la relazione che intercorre con la materialità delle donne in carne e ossa. Vi sono aspetti imponderabili poi, forse smodati come l’onnipotenza che si crede di poter esercitare sulle scelte altrui, quando si decide di distruggere la libertà femminile. Quando soprattutto di quella libertà non sembra accettabile il saperla praticare da parte di una donna e se ne vorrebbe invece pretendere la proprietà. Non per confrontarsi con il disordine carico di vendetta e odio in cui attecchisce la violenza, no. Bensì per rapinarla e disintegrarla quella libertà femminile, producendo scempio quotidiano, dileggio pubblico, fino al femminicidio, una piaga sociale e prima di tutto culturale che sembra destinata a trovare raramente l’opportuna nominazione.

Il femminicidio lo si vorrebbe infatti chiamare in molti modi ma è nel suo nome esatto che si può scorgere il senso autentico di ciò che si va prefigurando: le donne vengono uccise in quanto donne. Dispiacerà e scuoterà sensibili e sognanti scenari ma, di fatto, è ciò che sta accadendo ed è da questo che si dovrebbe partire se si vuol restare al passo con il reale senza il pericolo di sostituirlo con orizzonti emotivi interrotti da presunte passioni funeste e mal digerite. I temi affrontati dalle poete così vanno a suggellare un affresco ampio, generoso e acuminato che non risparmia asperità, un cuore di preda appunto che non si vuole tuttavia eleggere a vessillo ponendo al centro la grammatica vittimistica, piuttosto l’alfabeto limpido di chi ha a cuore le proprie simili.

Il cuore appunto, è questo che si sa dire in molti modi perché reticolo di potenti dettati che difficilmente si offrono all’algidità del concetto, si aprono invece alla lingua poetica che sa accoglierne il tremore e l’elemento umbratile, senza patimenti fuori misura. Allo stesso modo l’ordo cordis si dispone allo sguardo delle immagini proposte da Fabiola Ledda, presenti nel volume, offrendo la rappresentazione del proprio corpo come fibra cicatriziale che non ha ceduto. Un corpo che si piega fino a rannicchiarsi ma che, con signoria, diviene cifra di un atto devozionale da riconoscere prima di tutto a se stesse. Un corpo quello mostrato e meditato da Fabiola privo di mediazioni, vergato com’è da severi abbandoni e che diviene vortice poetico esso stesso facendo da contrappunto ai versi, intesi a questa altezza come altrettante forme del desiderio.

Della preda bisognerebbe invece chiedere conto a chi contro le donne usa violenza e spesso le uccide, a quegli uomini insomma che hanno in mente un mondo di relazioni fatto di sopraffazione, risentimento non risolto e silenzio. Soprattutto silenzio. È invece nella presa di parola pubblica da parte delle poete che il libro si vuole posizionare, per ribadire che sì, nonostante il tenore assordante dell’assenza maschile, si continua a fare sponda affidando alla poesia la capacità straordinaria di dirsi al plurale.

Le poete che hanno partecipato all’antologia sono:

Marina Agostinacchio, Nadia Agustoni, Viola Amarelli, Claudia Ambrosini, Antonella Anedda, Lucianna Argentino, Dina Basso, Franca Battista, Mariella Bettarini, Elisa Biagini, Nunzia Binetti, Anna Maria Bonfiglio, Nicoletta Buonapace, Maria Grazia Calandrone, Maddalena Capalbi, Maria Teresa Carbone, Alessandra Carnaroli, Nadia Cavalera, Nadia Chiaverini, Maria Teresa Ciammaruconi, Paola Cimatti, Mara Cini, Laura Corraducci, Marcella Corsi, Anna Maria Curci, Caterina Davinio, Anna Elisa De Gregorio, Lella De Marchi, Azzurra De Paola, Fortuna Della Porta, Imtiaz Dharker, Mary Dorcey, Antonella Doria, Germana Duca, Patrizia Dughero, Leila Falà, Agneta Falk, Anna Maria Farabbi, Narda Fattori, Paola Febbraro, Annamaria Ferramosca, Fernanda Ferraresso, Zara Finzi, Laura Fusco, Serenella Gatti, Piera Giordano, Marina Giovannelli, Fabiana Grasso, Lucia Guidorizzi, Giovanna Iorio, Letizia Lanza, Rosaria Lo Russo, Annalisa Macchia, Gabriella Maleti, Angela Marchionni, Silvia Molesini, Gabriella Musetti, Daniela Musumeci, Roberta Parenti Castelli, Erminia Passannanti, Cetta Petrollo Pagliarani, Luisa Pianzola, Pina Piccolo, Luisella Pisottu, Marge Piercy, Marinella Polidori, Graziella Poluzzi, Maria Pia Quintavalla, Daniela Raimondi, Sally Read, Rossana Roberti, Franca Rovigatti, Anna Ruotolo, Lisabetta Serra, Iole Toini, Mary Barbara Tolusso, Paola Tosi, Ida Travi, Michela Turra, Paola Turroni, Maria Luisa Vezzali, Alessandra Vignoli, Vannia Virgili, Anna Zoli, Giovanna Zunica

 

.AA.VV., Cuore di preda. Poesie contro la violenza alle donne, a cura di Loredana Magazzeni, opere visive di Fabiola Ledda, Edizioni CFR, 2012.

 

L’Introduzione di Loredana Magazzeni

 

 

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