Felici Michela

PASSAPAROLA:
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Sono nata a Terni il 13 Marzo 1968, dove ho frequentato il liceo psico-pedagogico.
Nel 1984 mi iscrissi alla S.R.F. divenendo così devota  di Paramahansa Yoganada, evento fondamentale della mia vita, già da un anno praticavo yoga ed ero vegetariana.
Verso i sedici anni cominciai a scrivere,partecipai e vinsi vari premi, fui segnalata a  diciotto anni al premio San Valentino della mia città.
Ho una laurea in filosofia,conseguita a Perugia, con tesi in pedagogia e un master in pedagogia clinica.
Dal 1994 cominciai a viaggiare intensamente,stetti anche un mese a Bandra, un sobborgo di Mumbay, presso la Sat Cit Ananda, scuola non governativa fondata e gestita da padre Anthony Elenjimittan,discepolo diretto di Gandhi, conosciuto precedentemente ad Assisi.
Verso i trent’anni sentii il bisogno di un “fabbro”, fu così che accettai l’invito di Maria Luisa Spaziani ” a bere un the al centro Montale, in via Buonarroti, dove conobbi voci  importanti,tra cui Franco Loi. Furono gli anni in cui mi dividevo tra Umbria, Roma e Firenze in cui frequentavo”Le Giubbe Rosse”, fatte rivivere da Fiorenzo Smalzi .
Nell’anno 2001 Peter Russell scrisse per me una lettera di presentazione per aiutarmi ad inserirmi nell’ambiente letterario londinese, lettera che non fu mai usata perchè poche settimane prima del viaggio, incontrai quello che poi divenne mio marito e andai a vivere stabilmente a Roma.
Successivamente pubblicai la silloge Nuda, al passo di Dio, con Edizioni Artescrittura, presentata alle Giubbe Rosse da Marco di Bari e Massimo Mori. Fui poi chiamata da Angelo Sagnelli e da lui intervistata.
Alcune poesie sono pubblicate in varie antologie, tra cui Poeti al caffè Greco, presentata nel 2008 presso la società Dante Alighieri dal presidente Bruno Bottai, Angelo Sagnelli e Dante Maffia.
Nello stesso anno, poche settimane dopo, nacque mia figlia, Lavinia.
Attualmente vivo con la mia famiglia in Umbria.
Di recente la mia “Viaggi Di Versi” è stata inclusa nell’antologia Nuovi poeti contemporanei, edizione Pagine 2013, con presentazione di Elio Pecora.

Selezione di poesie di Michela Felici  (tutti i diritti riservati all’autore)

Con questa poesia iniziò il mio rapporto con il centro Montale ( purtroppo chiuso da tanti anni) e con Maria Luisa Spaziani che considero il mio  fabbro. Vissi un mese a Bandra, un sobborgo di Mumbay, con i bambini delle bidonville.

Giunsi in India
Con la superbia delle scarpe
Trovai Dio a piedi scalzi
Sedeva innanzi –  Mount Mary Churc –
– Nudo –
– Sull’asfalto –
La ciotola in mano
– Senza riso –

 

Sono figlia di contadini, ho un rapporto viscerale con l’Umbria.

13 Marzo 1968

Un lago di papaveri- acque rosse –
Onda bagnata di terra
Remai il campo rotondo
Giunsi alle radici
Nacqui – impazzita di sole.

 

Ad ogni bambina: sii libera.

Gli spiriti della mente
Vogliono rapirmi
Condurmi dove il buio
E’ la speranza della morte
Falsa genitrice d’eroi sconfitti
Senza più rose da portare in dono
Alle loro Penelopi –
– Ma io – aggrappata alla terra
– Seduta sul fianco della vita –
– Rido –
– Nuda-

 

L’attesa delle donne e il ciclo della vita

Costringi la mia anima a danzare
Quando – appoggiati alla nebbia –
Rubavamo i nostri corpi –

Mio poeta,
Il caso è l’altro volto di Dio
L’unico destinato a morire –
– Tornerai – dove il serpe morse la carne
Ed ebbe inizio la vita.
 

Un momento molto  felice, vivevo a Roma.

A mio marito

Castel sant’Angelo

Abbracciati tra platani di pietra
Tesi al Tevere con mano mendica
– Nuda come l’inverno-
– Noi t’ascoltammo-
Notte materna-
All’altare di nebbia officiavi segreti
Che solo all’amore – almeno un istante –
Riveli in sapienza-
E quanta speranza Eterno doni
Nelle spire del tempo
Ove proteggi i nostri cuori
E canti sussurri umori fatica e risa
– E sogniamo – dormiamo
Sinché l’alba non desta il tuo incanto.

Mio poeta,
Sopivi pensieri a sera
Tanto t’attesi
Nella danza di Dio tutto torna
A rinnovare i passi
Tra i platani di pietra.

 

Questo bosco esiste, si trova presso Stroncone, nel sud dell’Umbria.

Bosco D’autunno

Cattedrali di faggi
Affrescata d’autunno
Accogli i nostri passi
Giungiamo pellegrini
Dalle sponde del sogno
Finalmente liberi
Scorriamo nelle fronde
Se moriremo foglie
Torneremo all’alba
Domani.

 

                                         A mia madre

Gli anni vecchi cadranno
Rimarrò anima nuda
Madre mia, ondeggeremo infinite.

 

A mia figlia (che per fortuna è nata).

Minaccia d’aborto

Una fossa comune
Per carcasse di cani
Il mio povero cuore.

Affonda in questa terra secca – e resta –

 

Morivano i miei genitori, l’ambiente poetico, la vita precedente all’essere madre e la Voce.

Le foglie                     (ai miei genitori e alla poesia)

Volate via lontano, padre madre parole care resto
dalla terra sepolta
radice come voi mi insegnaste
a nutrire l’inverno.
Fui io un tempo il vento.

 

Ma tutto rinasce…

Terni, 10 Maggio  2012

La cipolla (o la condizione della poeta e dei poeti in questa post- post modernità)

Se sgusciata – non resta che l’essenza –
servissi almeno – per gustose pietanze –
inutile arrestare l’ingordigia del tempo
divorata tritata
affettata imitata
a Grasse sgrassata
e poi distillata
tanto odiata quanto amata
e poi ripudiata
ma niente da fare
a voi miei cari – rivelo il segreto –
l’acre odore – giunge al cielo.

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