Alle radici della nostra storia. Videolettera dalla Sicilia

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Una «videolettera dalla Sicilia» per raccontare e raccontarsi attraverso voci e storie di donne che hanno la forza e la complessità di chi è stato nutrito da grandi antenate e da grandiosi e terrifici miti. «Donne, sud, mafia», il documentario di Maria Grazia Lo Cicero e Pina Mandolfo, è un omaggio alla Sicilia e alle sue donne, è la riscoperta orgogliosa e sofferta di un’identità di cui solo attraverso un complesso percorso esistenziale ed intellettuale si scopre la grande ricchezza.
«Avendo per tutta la vita inseguito il miraggio di un nord geografico e simbolico, ormai felicemente naufragato – scrivono le due autrici a chiusura del loro lavoro – abbiamo capito che la nostra specificità di oggi, l’eccentricità del nostro essere, la dobbiamo, in massima parte, alle nostre origini, alla nostra storia in questo sud e alle sue donne. Madri, nonne, zie, sorelle, comari, potente nucleo collettivo e depositarie di riti e tradizioni che esse sole condividono».
Le immagini della Sicilia più tradizionale, fatta di splendidi paesaggi marini e vulcanici e di colorato folclore, fanno da sfondo al racconto di donne dirompenti, la storica, la scrittrice, la poetessa, la sindaca, la consigliera comunale, ognuna delle quali racconta di una Sicilia che cambia proprio attraverso le donne. E sono Emma Baeri, Maria Attanasio, Marilena Monti, Marinella Fiume, Grazia Giurato, Antonella Monastra e tante altre. Donne coraggiose, avanguardia nelle lotte e nella ricerca femminista, donne che hanno ritessuto attraverso storie e romanzi i legami dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo e con essi le proprie radici. Donne che non si sono tirate indietro di fronte all’impegno politico quando tutto sembrava crollare e i cittadini, esasperati, cercavano figure di riferimento in cui riporre fiducia e speranza.
Storie e riflessioni di intellettuali che raccontano il tormentato rapporto con la propria terra e storie di donne che, prime in Italia, hanno infranto i codici mafiosi e si sono ribellate, pagando un prezzo altissimo, come Rita Atria, suicida dopo la morte del giudice Borsellino cui si era affidata nella sua nuova vita di collaboratrice di giustizia costretta a spezzare ogni precedente legame, a cambiare nome, a vivere in solitudine. O Michela Buscemi che ha denunciato gli assassini dei fratelli e, nonostante le minacce, ha continuato a lottare contro la mafia. E mentre Michela parla, e racconta l’orrore che ha attraversato, al suo volto si sovrappone quello di tante altre donne che hanno rotto il patto di omertà e di sudditanza trasformandosi in grandi accusatrici, donne eroiche tra cui svetta la figura tragica e grandiosa di Felicita Impastato.
E ancora le donne che nei mesi scorsi sono scese in piazza a difesa dei magistrati palermitani che indagano sulla trattativa Stato-mafia, isolati e attaccati da tutti, anche dalle istituzioni che dovrebbero proteggerli. E allora eccole, in piazza, a fare «da guardia del corpo civile dei magistrati», a farsi amazzoni della giustizia. E poi le «Mamme No Muos» in lotta a tutela della salute dei propri figli reali e potenziali, in lotta contro un sistema di guerra concepito per portare morte e dolore ad altre donne e ad altri bambini in altre parti del mondo.
Una videolettera che racconta un Sud che cambia perché cambiano le donne che lo abitano. Donne come Pina ! Mandolfo, autrice e co-sceneggiatrice del film Viola di mare, vincitore nel 2009 del Nice festival di New York, San Francisco e Mosca e del premio Capri, e come Maria Grazia Lo Cicero con la quale ha realizzato numerosi cortometraggi e lungometraggi. Con Silenzi e bugie hanno vinto il Sottodiciotto film festival di Torino e la Targa Cias.

 

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