L’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne ‘Alessandra Contini Bonacossi’

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INTERVISTA di Tiziana Colusso a ROSALIA MANNO TOLU, presidente dell’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne ‘Alessandra Contini Bonacossi’.

Raccontaci la genesi di questa associazione dedicata “alla memoria e alla scrittura delle donne”

L’associazione denominata Archivio per la memoria e la scrittura delle donne nacque nell’ottobre del 1998 e dal 2007 è intitolata ad Alessandra Contini Bonacossi, che fu una delle principali fondatrici. Si formò per corrispondere alla necessità di attribuire ad un soggetto giuridico unificante i progetti e le iniziative di un gruppo di studiose, che intendevano lavorare insieme, intorno alla scrittura e alla memoria delle donne. Le appartenenze istituzionali e disciplinari erano diverse: l’Archivio di Stato e la Sovrintendenza archivistica, la Facoltà di lettere dell’Università di Firenze, la Società delle storiche, la Società delle letterate. Comuni erano gli obiettivi fondamentali; la conservazione e la valorizzazione di archivi o di nuclei di scrittura di donne della contemporaneità e  la ricerca e la riscoperta delle scritture di donne del passato, le cui tracce memoriali si sapevano nascoste all’interno di ampi bacini documentari, quali gli archivi familiari, conventuali o personali; tracce nascoste per lo più da una sorta di silenzio/censura degli strumenti di accesso e di consultazione esistenti, che riflettevano con evidenza l’assenza di considerazione nei confronti del ruolo svolto dalle donne nei contesti in cui vissero e operarono. Quello che ci stava a cuore era, da un lato, evitare la dispersione e la perdita degli archivi e delle scritture femminili, dall’altro dare voce e identità alle donne, con una sorta di “rianimazione” delle loro scritture sommerse, in un arco temporale ampio, quello dell’età moderna e contemporanea. La poetessa e traduttrice Rina Sara Virgillito, per la quale Firenze era stata, “dagli anni Trenta fino agli ultimi mesi della sua ritrosa e fiera esistenza, un luogo dell’anima, ricco di affetti e di incontri decisivi per la sua formazione umana e intellettuale” (E. Pellegrini), inaugurò nel 1997, con il deposito nell’Archivio fiorentino delle sue carte e della sua biblioteca, quello che Alessandra Contini, definì il “cantiere aperto” dell’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne. Fin dall’inizio, la progettualità del gruppo di lavoro interdisciplinare e pluriistituzionale,  che si era venuto così formando fu intensa e assai produttiva. Ne scatutirono interessanti acquisizioni di fondi documentari di scrittrici e artiste del Novecento, come Sibilla Aleramo, Giuly Corsini, Helle Busacca, Anna Nocchi e la già ricordata Virgillito, insieme con nuclei di scrittura di donne ancora attive, che consegnandoci documenti e testi non più utili al loro lavoro, operavano una scelta precisa e consapevole sul futuro del loro archivio. Operare per la conservazione permanente di archivi di donne significava mettere in atto una strategia conservativa che includesse nel proprio orizzonte le fonti della storia di genere, coinvolgendo per la contemporaneità le produttrici degli archivi, finalmente sentiti come tramiti indispensabili della propria memoria e non come ingombranti fardelli. Parallelamente alla costruzione dell’“archivio delle donne”, fin dal 1998 veniva predisposto e presentato all’assessorato alla cultura della Regione Toscana, che ne approvava il finanziamento, un progetto pluriennale, che prevedeva il censimento delle scritture femminili all’interno di archivi pubblici e privati della Toscana. Partito da Firenze, il censimento ha finora investito quasi tutte le province toscane; a Firenze sono stati teatro della ricerca l’ Archivio di Stato, La Biblioteca Nazionale, l’ Archivio contemporaneo del Gabinetto G. P. Vieusseux, le Biblioteche Marucelliana, Riccardiana e Moreniana, l’archivio della CGIL, il Lyceum Club, l’Istituto Gramsci, l’archivio delle famiglie Corsini e Levi D’Ancona, il British Institut ed altri istituti stranieri; ad Arezzo, Pistoia, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Siena, Livorno e Prato sono state censite le scritture femminili nei fondi familiari e personali, conservati negli Archivi di Stato, nelle biblioteche pubbliche e presso privati. Se il territorio interessato dalla rilevazione ha una dimensione regionale, i fondi documentari censiti per l’età moderna sono, al di là dei luoghi di conservazione, soprattutto archivi familiari, personali e fondi monastici e conventuali; per l’età contemporanea l’indagine ha considerato anche fondi di associazioni – il Lyceum, l’Unione donne italiane –, di sindacati – la Commissione femminile della CGIL -, di partiti, la commissione femminile della federazione fiorentina del PCI.  Per una più esaustiva illustrazione dell’attività svolta dall’ dell’Archivio per la memoria e la scrittura delle donne ‘Alessandra Contini Bonacossi’, rinvio al sito (www.archiviodistato.firenze.it/memoriadonne).

Leggo sul vostro sito che uno degli obiettivi fondamentali dell’associazione è “Il lavoro di individuazione e censimento dei nuclei di scrittura femminile conservati nei fondi di archivi pubblici e privati, presenti nel territorio toscano dal XVI secolo ad oggi,”. Ma in realtà alcune delle autrici che hanno le loro carte nell’archivio sono toscane solo di adozione, come si evince scorrendo le biografie. A parte le toscane di nascita o di adozione, vi è capitato anche di occuparvi di memoria della scrittura delle donne che operano o vivono al di fuori del territorio toscano?

L’attività e la biografia delle scrittrici e artiste di cui ci siamo occupate e che hanno consegnato i loro archivi all’Archivio di Stato di Firenze, hanno forti legami con la Toscana, a prescindere dalla provenienza anagrafica di chi ha prodotto le carte.

Hai notizie di altre associazioni o iniziative di archivi per la scrittura e la memoria delle donne, o simili , in altre regioni?

L’Archivio delle donne in Piemonte; l’Osservatorio sulla storia e scrittura delle donne, Roma; altre se ne potrebbero aggiungere con una ricerca mirata.

Cosa potrebbero fare le istituzioni per supportare queste iniziative?

L’associazione deve impegnarsi in un’intensa progettualità, capace di coinvolgere un ampio ventaglio di istituzioni, che manifestino il proprio interesse per le attività proposte, consentendone la realizzazione con un convinto sostegno. Per la nostra Associazione è stato così con la Direzione generale per gli Archivi del Ministero dei beni culturali, con l’assessorato alla cultura della Regione Toscana, con la Provincia di Firenze, con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e altre fondazioni bancarie.

Come può un’autrice contattarvi per confidarvi le proprie carte? E’ possibile per un’autrice confidarvi volontariamente le proprie carte se ritiene che nessuno si occuperà della sua “scrittura e memoria” una volta che non ci sarà più?

Contattarci non è difficile, attraverso l’e-mail (scrittura.donne@gmail.com) o la pagina facebook dell’Associazione. Occorre però tenere presente che l’ “archivio delle donne” che siamo venute costruendo è conservato ed appartiene all’Archivio di Stato di Firenze. Ciò garantisce una tutela duratura dei documenti e dei fondi raccolti, ma le acquisizioni richiedono di volta in volta l’adozione delle procedure proprie degli Archivio di Stato e l’intervento della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana, agevolati dalla  nostra collaborazione fattiva.

(Intervista a cura di Tiziana Colusso, scrittrice, componente del direttivo della Società italiana delle Letterate, responsabile dell’Archivio Storico del Sindacato Nazionale Scrittori).

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