Per LETIZIA BATTAGLIA da SIL di PINA MANDOLFO

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Nel 2016 Letizia Battaglia è stata designata come socia onoraria della SIL.  Qui la motivazione redatta da Gisella Modica 


di Pina Mandolfo

Letizia Battaglia, galleria privata

Anche lei, Letizia Battaglia, irriverente, controversa, a volte spudorata, ha dovuto arrendersi alla morte ma non senza battagliare con essa, per anni, continuando a lavorare, viaggiare, inaugurare mostre e mai disertare, fino alla fine, eventi o accadimenti significativi per la sua Palermo. Le sue fughe, anche clamorose, l’hanno poi sempre riportata qui.

L’odierno clamore dei media sulla sua vita e la sua scomparsa inesorabilmente si spegnerà  tra nuovi accadimenti che ci incalzano quotidianamente. Ma forse ci trattiene, di fronte alla fuga dei ricordi, il pianto sincero e accorato del sindaco Orlando, come una voce fuori campo, essa stessa una narrazione, ma di quelle che non necessitano parole, forse come gli scatti dell’amica Letizia, dell’agguerrita e temeraria consigliera comunale che tutti “temevano”, dell’illustre cittadina che ha fatto più grande Palermo.

Di Letizia Battaglia tra aneddoti, scelte di vita coraggiose, sapienza struggente e ironica nell’uso del suo occhio fotografico, ci sarebbe troppo da dire. Fin dal 1969, principiante fotoreporter del glorioso quotidiano L’Ora, in cinquant’anni di straordinari scatti, ha raccontato Palermo, le atrocità dei delitti di mafia, ma anche le sue donne alle quali suggeriva sempre di ribellarsi.  Le sue fotografie, che l’hanno resa famosa nel mondo, sono l’attimo di una sequenza per immagini, che pur colte in un tempo e luogo preciso, narrano l’umanità, il mondo intero. Non meno importante è stato il suo impegno civile. All’energia avida e irriverente della grande fotografa palermitana, dobbiamo la nascita della scuola di fotografia. Al suo amore per la bellezza, le battaglie per la realizzazione di opere come il palmeto del Foro italico e l’eliminazione delle bancarelle nel lungomare di Mondello. E non meno incisiva è stata la sua presenza come parlamentare della Rete contribuendo alla rinascita di Palermo all’indomani delle stragi.

A Gigi Marzullo, che la intervistava sul suo rapporto con la morte, Letizia rispose: “non la considero, non la penso, arriva e le mie foto rimarranno per  cui io non morirò”. E così, fino alla fine dei suoi giorni, ha continuato a progettare “battaglie” con l’illusione di prolungare all’infinito quella giovinezza di “guerriera” che ha segnato la sua vita e quella di molte donne della mia generazione. Per lei ci auguriamo che alla grandezza corrisponda la fama.

 

 

 

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