Lettera di sostegno a Carola Rackete

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Queste righe, sottoscritte dal direttivo della Società italiana delle Letterate, sono di solidarietà e ammirazione per il tuo coraggio, la tua perseveranza, il tuo dirigerti lucidamente alla meta seguendo, come Antigone, la legge superiore e altra rispetto alle leggi sempre più meschine e punitive con cui in questi ultimi tempi si sta (non) governando il nostro paese. Ci aspettavamo, purtroppo, la reazione violenta e aggressiva di rozzi scalmanati urlanti minacce di stupro nei tuoi confronti, dal momento che la rabbia che l’avere applicato la legge del mare (e la legge umana) ha suscitato nel ministro della propaganda, sdoganatore di manifestazioni infami e infamanti, è doppia: perché hai violato una sciagurata recentissima disposizione di legge e perché sei donna. E per di più “donna al comando” di una missione opposta rispetto al punto di vista dell’intolleranza del potere maschile e patriarcale: una miscela esplosiva. Quale di questi aspetti sia più grave agli occhi di chi dovrebbe tutelare l’ordine e viceversa fa guerra alle navi Ong al fine di accaparrarsi consensi e di coloro che lo seguono aizzando alla violenza, è difficile a dirsi.
Resta il fatto che, ancora una volta, l’obiettivo contro il quale ci si scaglia è il corpo di una donna. 

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