La genealogia delle donne è carsica, invisibile ma persistente. Con La notte dei bambini , Lippolis – scrittrice non neofita e per certo sicura dei suoi mezzi – si colloca nella scia luminosa di U. K. Le Guin, che a questa genealogia appartiene, fin dalle epigrafi, che fissano due parole chiave: “futuro” e “nuovo”. La scelta, nella speculazione distopica che rappresenta la struttura portante del romanzo, è quella di corteggiare la possibilità di una speranza, per quanto esile essa possa sembrare in un mondo devastato. E la speranza risiede appunto nella possibilità germinativa delle nuove generazioni. Continua a leggere
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